Ripristinare i contributi del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione dando modo all’Agenzia Dire di ridimensionare significativamente il numero dei licenziamenti previsti. E’ l’impegno chiesto attraverso una risoluzione del Partito democratico e Lista Bonaccini sottoscritta da Marcella Zappaterra (prima firmataria), Roberta Mori, Giuseppe Paruolo, Matteo Daffadà, Manuela Rontini, Stefano Caliandro, Marilena Pillati, Antonio Mumolo, Palma Costi, Stefania Bondavalli, Francesca Maletti. Nell’atto politico il Pd ha sottolineato la necessità di “tutelare le professionalità impegnate nel mondo dell’informazione, garantendo la tenuta organizzativa delle redazioni e il mantenimento della qualità del loro lavoro, a garanzia dei principi di libertà di informazione, pluralismo e democrazia”.
“Il 31 dicembre -ha ricordato Zappaterra- ai 14 licenziamenti già annunciati si è aggiunta la sospensione di altri 17 giornalisti. Tutto il corpo redazionale dell’agenzia Dire ha chiesto alla politica e alle istituzioni di mantenere alta l’attenzione su ciò che sta accadendo e di mettere in atto tutto quanto possa contribuire alla salvaguardia dei livelli occupazionali e della storia dell’Agenzia stessa. La Dire, così come altre agenzie di stampa, avrebbe dovuto contare per il 2024 sui contributi pubblici della presidenza del Consiglio, che avrebbero potuto sanare la situazione. Il fermo amministrativo dei fondi recentemente di sposto dal governo, riguarda la società editrice dell’agenzia, la Com.e, coinvolta nel processo che vede rinviato a giudizio l’ex editore: la redazione paga dunque oggi le scelte strategiche sbagliate dell’azienda, quale quella di pensare di sistemare i conti riducendo i dipendenti, ove invece sono i giornalisti con il loro lavoro il vero punto di forza della stessa”.