Non si può essere ambigui. Le parole di Mattarella come un macigno sulla destra che rifiuta di definirsi antifascista

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Nel giorno più amaro e duro della storia umana, in cui si ricorda la perdita dell’umanità e la perversione più assoluta del male – il Giorno della Memoria- il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha usato parole semplici, soppesate, meditate ma nette come mai in passato.

Riportararle virgolettate, senza mediazione, questa volta è indispensabile.

«Non c’è torto maggiore che si possa commettere nei confronti della memoria delle vittime che annegare in un calderone indistinto le responsabilità o compiere superficiali operazioni di negazione o riduzione delle colpe, personali o collettive. Non si deve mai dimenticare che il nostro paese, l’Italia, adottò durante il fascismo – in un clima di complessiva indifferenza – le ignobili leggi razziste: il capitolo iniziale del terribile libro dello sterminio; e che gli appartenenti alla Repubblica di Salò collaborarono attivamente alla cattura, alla deportazione e persino alle stragi degli ebrei».

Ogni alibi cade dunque di fronte al capo dello Stato: chi ha voluto le leggi razziali è stato il fascismo fianco a fianco al nazismo tedesco, le deportazioni italiane sono state compiute da soldati tedeschi e italiani e in larga maggioranza dai combattenti della repubblica di Salò, cioè quei soldati che sciaguratamente scelsero la parte sbagliata, che uccisero e deportarono, che oggi sono già equiparati ai soldati morti per riportare l’Italia alla democrazia in un vergognoso calendario dell’esercito italiano. Militari ai quali si deve la pietà della morte, della sepoltura e per chi ci crede della preghiera. Non altro.

La memoria della Shoah ha in sé anche questo importantissimo messaggio: esistonp ed esisteranno sempre una parte giusta ed una ingiusta della storia.

E perché questa volta non fosse possibile interpretarlo con ambiguità, Mattarella ha precisato anche altro, parlando di quel che è stato al’origine dello sterminio dei sei milioni di ebrei in Europa:

«Le ideologie di superiorità razziale, la religione della morte e della guerra, il nazionalismo predatorio, la supremazia dello Stato, del partito, sul diritto inviolabile di ogni persona, il culto della personalità e del capo, sono stati virus micidiali, prodotti dall’uomo, che si sono diffusi rapidamente, contagiando gran parte d’Europa, scatenando istinti barbari e precipitando il mondo intero dentro una guerra funesta e rovinosa»

 


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