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Morte Attanasio e Iacovacci, la Farnesina sostiene l’immunità per i funzionari del Pam

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Dopo la scelta del governo di non costituirsi parte civile nel processo, il ministero degli Esteri ha espresso parere favorevole sull’immunità nei confronti dei due dipendenti del Programma alimentare mondiale, agenzia dell’Onu, imputati nell’inchiesta per la morte dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi in Congo il 22 febbraio del 2021 insieme all’autista Mustapha Milambo.
Durante l’udienza preliminare  al tribunale di Roma dove è stato sentito il direttore degli affari giuridici della Farnesina, Stefano Zanini, chiamato dal giudice Marisa Mosetti a portare documentazione integrativa in merito  alle modalità con cui vengono comunicati i nominativi di dipendenti e funzionari che godono dell’immunità.
Il funzionario del ministero degli Eatwri ha spiegato che esiste una prassi per cui ogni organismo è chiamato a depositare presso i governi esteri una lista di funzionari per i quali viene richiesta l’immunità. Una pratica che però non sempre viene svolta, come nel caso di Rocco Leone, ed è quindi consuetudine internazionale riconoscere l’immunità a tutti i funzionari delle organizzazioni internazionali legate alle Nazioni Unite.
L’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Sergio Colaiocco, contesta questa lettura e ha chiesto al tribunale di non acquisire la memoria di Zanini perché la Farnesina è testimone nel procedimento e in questa veste non si possono depositare pareri pro veritate.
Il Gup si è riservato di esprimersi sulla questione dell’immunità a fronte della valutazione dei soli atti di natura tecnica e non valutativa e ha aggiornato l’udienza al 13 febbraio prossimo. In quella data il giudice emetterà l’ordinanza con la quale deciderà se accogliere la linea del ministero degli Esteri oppure mandare a giudizio i due funzionari.


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