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“Cessate il fuoco”. Sabato 13 gennaio presidio a Napoli

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A poco più di tre mesi dall’inizio del conflitto in Medio Oriente, sabato 13 gennaio 2024, Amnesty International Italia, AOI, Un ponte per, la community “Fermatevi” e Articolo21, con il patrocinio del Comune di Napoli e della Regione Campania, insieme con Marisa Laurito, testimonial dell’iniziativa, saranno in Piazza del Municipio a Napoli, a partire dalle ore 11, per ribadire la richiesta di un immediato cessate il fuoco.
Nel corso del presidio verrà allestita un’installazione di piccole lapidi bianche con i nomi dei minori uccisi, che simboleggerà il cimitero di bambini e bambine causato dai bombardamenti su Gaza e si racconteranno le storie delle persone che hanno perso la vita durante questo atroce conflitto, evidenziando l’immensità di ogni singola perdita. Inoltre, la Fontana del Nettuno verrà colorata, per l’occasione, con i colori di Amnesty International.
L’escalation in corso tra Israele e Hamas e altri gruppi armati palestinesi sta causando una devastazione senza precedenti e distruggendo un numero inaccettabile di vite umane.
Tra il 7 ottobre 2023 e il 3 gennaio 2024, nella Striscia di Gaza occupata, sono state uccise almeno 22.313 persone, il 70% delle quali erano donne e minori. Nella Cisgiordania occupata, nello stesso periodo, sono stati uccisi 315 palestinesi, di cui 80 minori. Almeno 1200 persone – per lo più civili, inclusi 33 bambini – sono state uccise in Israele il 7 ottobre.
Nella Cisgiordania occupata, raid dell’esercito e coloni israeliani causano violenze continue, trasferimenti forzati, arresti di massa e uccisioni extragiudiziali. La libertà di movimento è gravemente limitata dai posti di controllo militari e ciò causa gravi ripercussioni sull’economia locale.
Dall’inizio del conflitto ad oggi, risultano uccisi 77 giornalisti e almeno 144 membri dello staff delle Nazioni Unite. In questo contesto, il lavoro dei giornalisti è fondamentale per narrare l’escalation di violenza in corso attraverso notizie verificate e testimonianze. Molti dei giornalisti palestinesi che sono riusciti a sopravvivere ai bombardamenti, alla censura e alle repressioni di esercito e governo israeliano sono stati imprigionati. In tre mesi di guerra, inoltre, nessun giornalista straniero è stato autorizzato a entrare nella Striscia di Gaza attraverso Rafah, il che compromette chiaramente la capacità dei media di coprire il conflitto.
Gli attacchi diretti ai civili e gli attacchi indiscriminati contro obiettivi civili sono assolutamente vietati dal diritto internazionale umanitario e possono essere perseguiti come crimini di guerra. .
Il presidio sarà, inoltre, l’occasione per ribadire le richieste fatte al nostro governo, alle istituzioni e alla comunità internazionale, di intervenire nelle sedi appropriate affinché:
• tutte le parti accettino un immediato cessate il fuoco;
• Israele ponga fine all’assedio totale della Striscia di Gaza;
• siano garantiti gli aiuti essenziali nella Striscia di Gaza da tutti i valichi, non solo da Rafah;
• siano rese possibili con urgenza le evacuazioni di persone ferite o malate verso Egitto, Cisgiordania o Israele;
• gli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi e i Palestinesi detenuti arbitrariamente da Israele siano liberati senza condizioni.
È necessario agire subito per proteggere tutte le persone e fermare questa catastrofe.

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