Dunque un primo appuntamento collettivo per sottolineare la pericolosa deriva contro la libertà di stampa è arrivato. Il 7 febbraio su input della segretaria del Pd, Elly Schlein si terrà un sit in davanti alla sede della Rai. Un’iniziativa che in qualche modo raccoglie i numerosi appelli degli organismi di categoria, dei principali osservatori europei a partire dalla Federazione Europea dei Giornalisti (Efj) che colloca la situazione italiana accanto a quella di Ungheria, Polonia, Croazia quanto a sicurezza e protezione dei giornalisti e delle fonti. La sede della manifestazione è anch’essa non casuale per l’occupazione che il Governo ha fatto dell’informazione pubblica e per gli attacchi alle poche trasmissioni indipendenti, quali Report, bersaglio di querele temerarie, insulti e persino aggressioni fisiche da parte di esponenti politici, nonché di autentiche intimidazione qual è stata la convocazione in commissione di vigilanza, appuntamento che si è svolta con “scorta mediatica” organizzata da Articolo 21. Ma oltre la Rai c’è altro. Ci sono le nuove leggi bavaglio, alcune persino arrivate a buon punto come l’emendamento Costa proposto e approvato attribuendolo alla riforma per garantire la presunzione d’innocenza degli indagati in Italia e invece rivelatosi la tomba dell’informazione giudiziaria. Articolo 21 aderisce con convinzione all’appuntamento del 7 febbraio perché è a rischio in questo momento la libertà di espressione in Italia.