Il saluto romano è reato. Una “piccola storia” che arriva da Cassino spiega cos’è l’apologia del fascismo. Tre condanne

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Il saluto romano e frasi inneggianti alla Repubblica di Salò sono un reato. Per coloro che dichiarano di attendere le pronunce prossime venture sulla illeceità dei saluti fascisti arriva, illuminante, una sentenza della Corte d’Appello di Roma su una vicenda finora poco famosa e che riguarda fatti avvenuti a Cassino, “città martire” per la sua “sventura” di essersi trovata esattamente sulla linea Gustav. I fatti: tre militanti di estrema destra, tutti residenti a Cassino, sono stati condannati con sentenza di secondo grado a sei mesi di reclusione ciascuno (pena sospesa) in quanto sette anni fa si riunirono all’interno del cimitero tedesco di Cassino per commemorare le vittime, ossia  i soldati tedeschi del Terzo Reich caduti sul fronte di Cassino nel corso della Seconda Guerra Mondiale e per invitare tutti alla “rivoluzione”. Le immagini e le frasi furono postate sui social e la Procura di Cassino contestò ai tre imputati di aver fatto il saluto romano nonché la illeceità della frase “onore ai caduti dell’alleato germanico e della Repubblica Sociale” ma anche la dichiarazione “Italia proletaria e fascista in piedi!”. Il tutto si ritrova in un video allegato agli atti del fascicolo giudiziario che chiama a raccolta i “camerati della rete” per il giorno in cui si dava appuntamento al cimitero tedesco, situato nell’immediata periferia della città laziale, anche con obiettivo di un tesseramento del movimento definito “fascista”. Secondo il capo di imputazione fu quella (anche) una forma di propaganda al disciolto partito fascista.

Questa storia in primo grado, davanti al Tribunale di Cassino, non fu ritenuta penalmente rilevante e infatti intervenne l’assoluzione a marzo del 2023. La Procura di Cassino ha appellato il verdetto di primo grado nell’estate del 2023 poiché secondo il pubblico ministero le frasi postate sui social integravano la violazione della legge Scelba, che sanziona chi esalta pubblicamente principi e metodi del fascismo.
La difesa dei tre imputati aveva sostenuto che in realtà ciò che accadde era solo una manifestazione di pensiero di carattere personale. La sentenza di primo grado, in accoglimento delle richieste della Procura Generale, è stata ribaltata. La difesa annuncia ricorso in Corte di Cassazione perché la “materia ha avuto decisioni di segno diverso e quindi si attende l’univoco pronunciamento della Sezioni Unite della Cassazione”.


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