80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Il fascismo non è solo un braccio teso

0 0
Tralasciamo le dichiarazioni del solito La Russa, primo, e speriamo unico, esempio di presidente del Senato di una Repubblica democratica e anti-fascista con il busto di Mussolini in casa. Secondo il nostro eroe, infatti, non sarebbe acclarato che il saluto romano costituisca apologia di fascismo. Ci spiace per lui, ma lo è eccome, anche se ci rendiamo conto che di questi tempi è la Costituzione a essere considerata sovversiva. Entrando nel merito della vicenda, ad Acca Larentia, durante la consueta celebrazione in ricordo di Francesco Ciavatta, Franco Bigonzetti e Stefano Recchioni, i tre militanti dell’MSI che vennero assassinati il 7 gennaio 1978 da alcuni esponenti di estrema sinistra nel corso di un raid inaccettabile, abbiamo assistito a scene che sembravano provenire dagli anni Venti del secolo scorso. Mani alzate, esclamazioni discutibili, uno schieramento che ricordava, in tutto e per tutto, il Ventennio e una retorica che, oltre a non rendere omaggio alle vittime, gettava una luce sinistra sulla manifestazione. Ora, sia chiaro: per noi, chiunque sia stato ucciso mentre portava civilmente avanti le sue idee merita rispetto. Di fronte alla morte, anzi all’omicidio, non esistono  buoni e  cattivi ma solo ragazze e ragazzi di vent’anni che non hanno avuto un domani. Nel ribadire la pietà umana e la vicinanza ai loro cari, qualunque fosse lo schieramento d’appartenenza, ci teniamo tuttavia a precisare che la pensiamo come Enzo Biagi, quando scriveva, a proposito della distinzione fra partigiani e repubblichini di Salò, che c’è una differenza sostanziale fra chi si batteva per la libertà e la dignità dell’Italia e chi era al fianco di Hitler e dei suoi seguaci. Allo stesso modo, è bene ribadire che all’epoca, almeno formalmente, esisteva ancora l’arco costituzionale, cui il Movimento Sociale Italiano, benché tollerato per ragioni democratiche, era ritenuto estraneo. Non a caso, le due leggi relative all’attuazione della disposizione costituzionale contro la ricostituzione del Partito fascista, l’apologia di fascismo e ogni forma di odio e di incitamento all’odio recano i nomi di due esponenti democristiani: Scelba e Mancino, con il primo noto per essere il Ministro degli Interni che definì gli intellettuali vicini al PCI “culturame” e che era solito inviare alle manifestazioni dell’opposizione agenti della celere passati tristemente alla storia. Non proprio un esponente del soccorso rosso, insomma.
Se neanche più le leggi di Scelba e Mancino hanno un senso, siamo oltre. È inutile chiedere le dimissioni a personaggi come La Russa. È, invece, utilissimo far sapere loro due cose: innanzitutto, che per noi il fascismo va ben al di là di determinati episodi, riguardando non solo le opere ma, più che mai, le omissioni, i silenzi e le prese di distanza che, in realtà, non sono tali; e poi che la cittadinanza democratica prevarrà sempre e comunque, anche se sono momentaneamente al governo.

Iscriviti alla Newsletter di Articolo21

Articolo21
Panoramica privacy

Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.