Questa mattina, alle 8.30, nuovo incontro sugli attacchi alla libertà di informazione.
Alla riunione online promossa da Articolo21 parteciperanno -tra gli altri- la segretaria nazionale di Magistratura Democratica Silvia Albano, il giudice emerito Domenico Gallo e il vicepresidente del Coordinamento per la democrazia costituzionale Alfiero Grandi. Nonché i parlamentari Elisabetta Piccolotti e Walter Verini, il segretario dell’UsigRai, Daniele Macheda, e il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo.
Il punto di partenza del confronto è il pericoloso emendamento del deputato di azione Enrico Costa sul divieto di dare conto del testo integrale delle misure cautelari. Il testo è passato nel recepimento della legge di delegazione europea alla Camera dei deputati, ma presto vi sarà la lettura al Senato. La lotta, dunque, continua. Se diventasse definitivo, l’articolato passerà poi al vaglio del Presidente della Repubblica, che la Federazione della stampa ha invitato a non firmare.
Ma l’iniziativa contro l’ultimo tentativo di bavaglio non si fermerà a quel tema. Anzi. Ce n’est qu’un debut, per evocare il maggio francese.
E di un nuovo ’68 c’è proprio bisogno, per allargare alla e nella società questioni che non possono rimanere nel chiuso delle istituzioni o degli organismi professionali.
L’emendamento Costa è solo un fresco accidente, di una sostanza assai inquietante: l’attacco alla Costituzione.
L’Italia imita sempre più le democrature di Ungheria o Polonia, considerando i contropoteri della magistratura e dell’informazione insidiosi per il cammino autoritario della destra governo.
Succede senza neppure reazioni minimamente adeguate, purtroppo, che si moltiplichino le querele temerarie o che un signore che si occupa di cliniche private che siede in Parlamento – Antonio Angelucci– già proprietario di diverse testate abbia messo nel mirino la seconda agenzia di stampa italiana. E, forse, gli obiettivi non si fermano neppure lì. In un’altra agenzia -DIRE- si licenzia a go go senza che si apra anche solo per questo una vertenza nazionale forte e conflittuale.
Articolo21 è la scintilla di un movimento che dovrà segnare un vero salto di qualità nel 2024.
Dopo la retorica degli auguri, scendiamo in strada o promuoviamo assemblee di massa. Cominceremo con la CGIL nel mese di febbraio. Ma è solo l’inizio, appunto.
(Nella foto la delegazione dei giornalisti che ha partecipato alla manifestazione della Cgil per i diritti costituzionali e la difesa della libertà di espressione)
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