In Europa ci sono deserti di notizie, distretti senza giornali, senza informazione. Senza.
Si trovano perlopiù in aree interne, lontane dalle grandi direttrici, in Regioni spopolate, con molti anziani e pochissime ragazzi rimasti, quasi un presidio di cultura, mentre quasi tutti i loro coetanei sono da qualche altra parte del continente, all’Università. Come è stato possibile nell’era della digitalizzazione? Abbiamo tutto tranne l’informazione. E quei deserti incidono sull’assetto sociale, economico, democratico dei luoghi. Tra poco uscirà una mappa di quei deserti, aree che non interessano alla pubblicità né al consumo e dunque, di fatto, inesistenti. E ininfluenti. La mappa di questi deserti sta per essere pubblicata (entro febbraio) grazie allo studio comparativo condotto dal Centro per il pluralismo dei media e la libertà dei media (CMPF). Come si trattasse di un’emergenza, e in effetti lo è, si sta cercando di correre ai ripari.
“L’esistenza di un ecosistema mediatico locale vivace e indipendente al servizio degli interessi pubblici delle comunità locali è una pietra miliare per le nostre società democratiche. Sono la chiave per consentire ai cittadini di comprendere ed esercitare i propri diritti nelle comunità in cui vivono. E sono in una posizione migliore per ottenere la fiducia e il coinvolgimento del loro pubblico nativo e per affrontare la disinformazione. Tuttavia, l’esistenza stessa di questi media è diventata incerta in diverse parti dell’Unione Europea. La robustezza dell’ecosistema mediatico locale di una regione o di una comunità funge anche da indicatore significativo della vulnerabilità di uno Stato all’acquisizione dei media, un fenomeno crescente e molto preoccupante in Europa.”, si legge nel documento che illustra lo studio dei deserti dell’informazione.
L a Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ) con un consorzio di partner, il Centro per il Pluralismo dei Media e il Media Fredom (CMPF), International Media Support (IMS) e Journalismfund.eu ha lanciato un progetto che si chiama “Media locali per la democrazia” per aiutare i media locali, regionali e comunitari in difficoltà nelle aree deserte delle notizie in Europa, fornendo sostegno finanziario e sviluppo di capacità organizzative.
Quando ho letto di questo progetto me ne sono innamorata, sono andata a spulciare. Calzava a pennello con la condizione in cui sono cadute diverse aree geografiche dell’Italia, pezzi di Paese senza informazione, dove i giornali di carta non arrivano più, le edicole hanno chiuso, i bar tabacchi pure, non c’è alcuno scambio di informazione e tutto si muove sui social. La maggior parte dei post non corrispondono a verità, o sono inventati ad hoc per rimediare qualche clic. Non ci sono radio locali, le tv sono state spazzate via dalle leggi che hanno rafforzato i grandi gruppi del settore, si sono viste togliere le frequenze. Così, scoprire che l’Europa sta finanziando piccole, tenaci, realtà di informazione locale è stato un balsamo, oltre che un’ispirazione.
Nell’elenco dei media locali finanziati finora non c’è nessuno italiano.
Il progetto Local Media for Democracy (LM4D) sostiene fino a questo momento 25 piccoli media e gruppi di giornalisti freelance provenienti da tutta Europa nella seconda tornata di finanziamenti. Riceveranno un finanziamento totale di 667.854 euro, oltre a tutoraggio per rafforzare la loro portata e i modelli di finanziamento in modo che possano servire meglio le loro comunità locali.
I 25 media e gruppi di giornalisti provengono da: Bulgaria (1), Repubblica Ceca (3), Francia (2), Grecia (1), Lettonia (1), Lituania (2), Polonia (6), Portogallo (3) , Romania (3), Slovacchia (1), Slovenia (2) e Spagna (1).
Ecco alcuni esempi dei media locali finanziati dal progetto:
Portogallo:
BRAGANÇA / VILA REAL
“Questo progetto offrirà un giornalismo di investigazione, analisi e narrazione approfondita nella regione remota e sempre più deserta di Trás-os-Montes. Poiché la regione e i suoi 310.000 abitanti sono spesso stereotipati come vecchi e isolati, questo approccio di qualità valorizzerà l’identità e le tradizioni uniche preservate dalla lontananza fisica”.
Bulgaria
RUSE – Il progetto ha “il compito di rafforzare il flusso di notizie nelle comunità locali, attualmente prive di informazioni aggiornate e affidabili. Contribuirà alla loro crescita e al rafforzamento del processo democratico includendoli e coinvolgendoli nei contenuti mediatici”.
Repubblica Ceca
MOSTECKO – La nuova redazione regionale “del quotidiano Alarm Online si concentrerà su una delle microregioni più vulnerabili della Repubblica Ceca, la cosiddetta regione di Mostecko. Questa prima redazione locale di Alarm è un progetto pilota di un piano a lungo termine per entrare nelle regioni e rafforzare significativamente il giornalismo regionale creando team più piccoli che lavorano direttamente sul campo”. Il progetto “potrebbe avvantaggiare quasi tutti i residenti della regione interessati a opinioni e analisi indipendenti che non siano asserviti ai gruppi di interesse locali. Un gruppo particolare di utenti è costituito dalla popolazione rom locale, i cui problemi in questa regione sono da tempo al centro dell’attenzione della redazione di Alarm. Oggi nella regione sono praticamente inesistenti resoconti indipendenti sulle questioni locali e sulle politiche del governo locale che abbiano l’ambizione di evidenziare gli aspetti problematici di questa governance. Per questo è importante che il giornalismo di qualità, operante nell’interesse pubblico, venga sistematicamente esteso a questi ambiti. A parte il nazionale Deník, nessun grande media opera direttamente nella regione, il che crea le condizioni per un deserto mediatico. L’influenza delle redazioni regionali sulla definizione del dibattito pubblico locale è molto limitata. I media sono visti come parte di legami politici ed economici più ampi”.
Romania
BOTOSANI – Il progetto si rivolge principalmente alla popolazione di quest’area per “soddisfare la crescente domanda di notizie accessibili e multiformato, rendendole accessibili, informative e convenienti perché rimanere informati dovrebbe essere semplice. Il pubblico principale sarebbero i residenti locali della contea”, spesso svantaggiati e con “un accesso limitato a notizie imparziali. Fornire loro informazioni accurate e tempestive è fondamentale per il loro impegno civico e la comprensione degli eventi locali”.
Grecia
KOMOTINI – Il progetto aiuterà Xronos Media Group a crescere in modo sostenibile, responsabilizzando le comunità locali verso una partecipazione civica attiva. Xronos è “un gruppo giornalistico regionale, attivo nell’unità regionale di Rodopi (regione della Macedonia Orientale e della Tracia, circa 105.000 abitanti), una delle regioni più povere dell’UE, con una popolazione in declino e invecchiamento, che è anche sede dell’Università Democrito della Tracia. Più concretamente il progetto avvicinerà Xronos a due target particolari: i giovani lettori, e soprattutto gli studenti delle facoltà universitarie di Komotini e gli anziani sopra i 70 anni che vivono nelle zone scarsamente abitate fuori dalla città di Komotini”.