Il 2024 sarà un anno di grandi elezioni in Croazia. Si vota a giugno per rinnovare il Parlamento europeo, a settembre per eleggere il Sabor e a dicembre per scegliere il nuovo presidente della Repubblica. Questa “super izborna godina” – o “super annata elettorale” come l’ha già battezzata la stampa croata – è un momento cruciale per il paese. Nei prossimi dodici mesi si decideranno i nuovi equilibri politici e i risultati influenzeranno anche le elezioni locali che si terranno nel 2025.
La posta in gioco è insomma molto alta e l’Associazione dei giornalisti croati (HND) guarda con preoccupazione agli ultimi cambiamenti nel panorama mediatico croato, che subisce una pressione sempre maggiore. Tra cambi di proprietà e rapporti controversi tra potere e giornalisti, l’indipendenza della stampa locale si sta sgretolando.
L’ultimo scandalo
Il 2023 si è chiuso in Croazia con uno scandalo politico. L’ennesima “afera” è costata al governo conservatore di Andrej Plenković (HDZ) un altro ministro, senza tuttavia sbalzare di sella il premier, al potere ormai dal 2016. La vicenda ha riguardato proprio il rapporto tra potere e stampa.
In alcune intercettazioni pubblicate dal settimanale Nacional è emerso che Jurica Lovrinčević, un consigliere del ministro dell’Economia Davor Filipović, ha offerto del denaro pubblico ad una televisione locale, con la promessa di spartire parte della somma tra alcuni presentatori della televisione e lo stesso Lovrinčević.
In seguito alle rivelazioni di Nacional è stata aperta un’inchiesta e il consigliere e il ministro Filipović sono stati licenziati da Plenković. Lo scandalo, scoppiato a metà dicembre, ha monopolizzato i media croati per diversi giorni, ma alla fine il premier è riuscito nel suo ennesimo slalom e ha sostituito il 30° ministro in sette anni senza colpo ferire.
Seduto al tavolino di un bar del centro di Zagabria, Hrvoje Zovko solleva le spalle. “Non c’è niente di nuovo in questo scandalo”, afferma il presidente dell’Associazione dei giornalisti croati (HND). “Quello che è emerso è preoccupante, ma si tratta del modus operandi che l’HDZ attua da decenni”, spiega Zovko, secondo cui “i media croati vengono catturati e con l’anno elettorale che si avvicina, ci sarà una pressione ancora maggiore sulla stampa croata”.
La Croazia conta poco meno di quattro milioni di abitanti e presenta un panorama mediatico variegato, anche se indebolito dalla crisi economica. Ci sono più di 150 stazioni radio registrate nel paese e oltre 30 televisioni, senza contare le decine di giornali stampati a livello nazionale e regionale e i tantissimi portali. Le redazioni sono però spesso piccole e in difficoltà e in questo contesto, i finanziamenti pubblici giocano un ruolo determinante.
Un nuovo rapporto tra potere e stampa
“Noi non siamo contrari ai finanziamenti pubblici alla stampa e non vogliamo togliere a istituzioni, comuni o regioni il diritto di fare pubblicità sui media, ma non si può continuare così. Serve un fondo pubblico per il giornalismo con regole chiare e sanzioni per chi non rispetta il codice deontologico. Bisogna separare chiaramente la pubblicità dal giornalismo”, prosegue Hrvoje Zovko.
Nel 2022 l’Associazione dei giornalisti croati ha presentato un modello di finanziamento trasparente dei media e lo sta ora presentando a comuni e regioni con l’auspicio che aderiscano all’iniziativa. “Macarsca e Spalato hanno già accettato, Zagabria e Pisino hanno adottato il modello quasi completamente e ora stiamo discutendo con Karlovac, Virovitica, Slavonski Brod…”, conclude il presidente dell’HND.
Il nuovo modello di finanziamento dovrebbe evitare i tanti piccoli abusi che regolarmente si registrano in Croazia e che spesso non ottengono la visibilità del caso Lovrinčević. Succede ad esempio che il sindaco di Valpovo in Slavonia si inventi un giornale distribuito gratuitamente in ogni casa e di cui lo stesso sindaco è caporedattore e principale protagonista degli articoli.
Uno scenario simile è avvenuto a Čađavica nei pressi di Virovitica: qui il sindaco è riuscito nel record di produrre un giornale di 16 pagine con altrettante foto di se stesso. L’uso scorretto della pubblicità finanziata con soldi pubblici diventa spesso uno strumento di pressione delle autorità sulla stampa locale, la cui sopravvivenza è a volte legata a questi fondi.
Ma avviene anche l’opposto, ovvero che un media locale chieda soldi al comune per coprire il consiglio comunale locale e in caso contrario lo diserta. In ogni caso, si finisce con una stampa locale indebolita, poco indipendente e in balia del potere locale.
Media Solutions e l’assalto alla stampa locale
Ma mentre gli esperti dell’Associazione dei giornalisti croati viaggiano in lungo e in largo nel paese per promuovere un modello più virtuoso di relazioni tra amministrazioni locali e stampa, il potere continua ad arraffarsi i media a tutti i livelli.
Il caso più eclatante è quello di Media Solutions, un’impresa fondata nel 2017 a Osijek e che a breve controllerà quattro importanti quotidiani locali: il Novi List di Fiume, lo Zadarski List di Zara, il Glas Slavonije di Osijek e il Glas Istre di Pola. Chiara Bilić, a lungo giornalista al Glas Istre e ora impiegata al nuovo portale Istra24 , ha scritto a più riprese dei retroscena di questo terremoto nel mondo dell’editoria croata.
I due comproprietari di Media Solutions – scrive Bilić – sono Bojan Divjak, nipote di Vladimir Šeks, uno dei fondatori dell’HDZ, e l’avvocato Oleg Uskoković, che nel 2017 ha sostenuto con una donazione di circa cinquemila euro la campagna elettorale di Damir Habijan, all’epoca candidato sindaco HDZ e da qualche giorno nuovo ministro dell’Economia al posto di Davor Filipović. Ecco che secondo Chiara Bilić “l’HDZ prende il controllo dei quotidiani regionali attraverso un’impresa del nipote di Šeks e di un generoso donatore di Damir Habijan”.
La proprietà di Media Solutions non è però l’unico problema in questa vicenda. Tutta l’operazione che porterà alla fusione del gruppo Novi List e Glas Slavonije è infatti poco chiara.
Drago Hedl era caporedattore al Glas Slavonije nel 1991 quando il giovane Bojan Divjak ha fatto il suo ingresso al giornale. “Era un buon giornalista all’epoca”, ricorda Hedl, che raggiungiamo al telefono mentre guida attraverso la Slavonia. “Non so come abbia fatto la sua impresa a comprare queste testate”, prosegue il celebre giornalista. “Dopo l’esperienza al Glas Slavonije, Divjak ha lavorato a Slobodna Dalmacija e al Vjesnik prima che chiudesse. È quindi finito alle Narodne Novine (l’editore che pubblica la Gazzetta Ufficiale croata) ed è poi tornato ad Osijek come caporedattore e comproprietario”, riassume Drago Hedl.
“Chi sono i proprietari dei media è una questione spesso poco chiara in Croazia”, afferma il giornalista e scrittore. Mentre il Glas Slavonije, la cui redazione conta ormai “meno di trenta giornalisti”, è spesso in ritardo nei pagamenti degli stipendi (“cifre minime”, commenta Hedl), un’impresa nata dal nulla e senza dipendenti – Media Solutions – controllerà a breve quattro testate. “E succede tutto proprio ora, alla vigilia delle elezioni…”, borbotta Drago Hedl al volante.
Articolo per https://www.balcanicaucaso.org