Chiesa e pellicole hollywoodiane tra tradizione e modernità al centro della Consulta universitaria del Cinema a Roma

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La relazione tra fenomeni religiosi e media ricopre un ruolo centrale nelle complesse dinamiche della società di massa: l’istituzionalizzazione del rapporto tra Chiesa e cinema risale al periodo tra gli anni ’30 e ‘40 e, quando negli anni ’70 cadono i tabù dell’osceno ed emerge la pornografia, una rigida censura cattolica crea le basi per lo sviluppo di vere e proprie politiche cinematografiche della Chiesa. Su questo tema si apre la Consulta universitaria del Cinema a Roma, l’assemblea plenaria che chiama a raccolta tutti docenti italiani di cinema, fotografia e tv.

Se la Chiesa rappresenta la tradizione, il cinema rappresenta la modernità e la tecnologia ma non è vero che religione e modernità siano inconciliabili. Il cattolicesimo ha sin dagli esordi del nuovo medium un approccio pedagogico verso il cinema, attraverso l’appropriazione di elementi scientifici e moderni e realizzando  un’apertura “selettiva” nei confronti della modernità, privilegiando i suoi aspetti tecnologici e cercando un aggiornamento organizzativo, più che morale.

All’inizio degli anni ’40 si sparge la voce che a Hollywood fosse in preparazione una grande produzione sulla vita di Papa Pio XI,  notizia lanciata da una giornalista del “Los Angeles Examiner” e poi diffusasi nei giornali di tutto il mondo, anche se il progetto alla fine non va in porto.  Meno di un anno dopo la morte di Pio XI, la Paramount è pronta a produrre un film sulla sua vita e Papa Pio XII, suo successore, aveva dato il nulla osta. In effetti si era avuta una grande trasformazione nel rapporto tra Chiesa e cinema durante i vent’anni di pontificato di Pio XI, basti citare la Vigilanti Cura, enciclica del 1936, l’unica interamente dedicata al cinema: uno dei punti cardine del pontificato di Pio XI è stata la sua lotta contro Hollywood e proprio in suo nome i cattolici americani iniziarono la crociata contro l’indecenza cinematografica. Eppure Pio XI era conservatore quando si trattava di Chiesa ma moderno in fatto di arte e scienza, sempre molto attento alle novità della società di massa e credeva fermamente in un’utile alleanza tra scienza e fede. Già con l’avvento del sonoro il Vaticano comprese il vero potere del cinema e dall’inizio degli anni ’30 cercò di intessere relazioni diplomatiche con le figure più in vista di Hollywood: nel 1933 Monsignor Amleto Cicognani fu nominato delegato del pontefice presso la Nunziatura Apostolica della Santa Sede a Washington DC e fa un rapporto preoccupante: secondo lui il cinema americano sta diventando il peggiore ostacolo alla restaurazione del Regno di Dio. Da quel momento Cicognani opera dietro le quinte per cercare di promuovere una crociata per moralizzare Hollywood e contemporaneamente accedere alla sua cabina di controllo: stabilire un contatto diretto con l’industria dell’intrattenimento americana era infatti un modo di unirsi contro l’espansione del cinema sovietico, considerato una fatale alleanza tra ideologia e media in grado di amplificare gli effetti della campagna anti-religiosa, grazie al potere delle tecniche di propaganda.

Negli anni il rapporto tra Chiesa e cinema si evolve e crea sempre maggiore interesse di studio e analisi. Il sociologo e docente di Estetica del Cinema André Ruzkowski nel suo “Religion and Film” del 1950 è uno dei primi a cercare di dare una definizione di cinema religioso,  individuandone tre  tipi: film che parlano di santi, film che parlano di Gesù, film sulla rappresentazione di miracoli. Un problema era dato dalla correlazione tra il personaggio santo interpretato e la vita privata degli attori, tanto che Rossellini cerca di risolvere questo problema nel film “Francesco giullare di Dio” facendo recitare dei veri frati.

Nel 2007 la regista Melanie Wright nel suo “Religion and Film: an Introduction” sottolinea che la difficoltà è data dalla mancanza di competenze cinematografiche dei teorici religiosi e si chiede se l’analisi e la classificazione dei film siano basati su criteri oggettivi o solo su uno specifico approccio che tende a vedere religione ovunque.  Per alcuni studiosi, infatti, il cinema produce miti come ha fatto la religione in passato, mentre per altri il cinema è al centro della società e permette di analizzare la prospettiva culturale di una data religione.

Oggi tutto il patrimonio storico e culturale delle relazioni tra Cattolicesimo e audiovisivo è materia di studio e approfondimento per studenti e studiosi di tutto io mondo e, grazie al lavoro di cura dei rapporti con le università e gli accademici di cinema in Italia di mons. Dario Edoardo Viganò, vice-cancelliere delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali, Presidente e Responsabile Scientifico del Centro internazionale di ricerca su cattolicesimo e audiovisivo “CAST” dell’Università Telematica Internazionale Uninettuno e i docenti di cinema, fotografia e tv, sarà argomento di apertura della sessione plenaria dell’incontro annuale della Consulta Universitaria del Cinema, previsto per il 15 e il 16 gennaio nel Salone Sistino della Biblioteca Apostolica Vaticana a Roma.

Un evento eccezionale di dialogo tra intellettuali che si occupano di audiovisivo ed esperti del patrimonio umanistico della Biblioteca Apostolica Vaticana, anch’essa impiegata nell’archiviazione e nel restauro di documenti cinematografici e audiovisivi dal grande valore sociale e culturale in collaborazione con la Fondazione MAC “Memorie Audiovisive del Cattolicesimo”.

Il Centro internazionale di ricerca Catholicism and Audiovisual Studies (CAST), costituitosi nell’ambito della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università Telematica Internazionale UniNettuno nell’anno accademico 2020-2021, è sorto proprio con l’intento di rafforzare un filone di ricerca sul rapporto tra cattolicesimo e audiovisivo e si pone l’obiettivo di alimentare una rete interuniversitaria internazionale e un partenariato strategico intersettoriale su temi che oggi appaiono sempre più al centro degli interessi accademici e culturali e delle attenzioni degli operatori del settore audiovisivo.

Con mons. Dario Edoardo Viganò, nella mattina del 15 gennaio, ad accogliere la Consulta Universitaria del Cinema ci saranno il presidente CUC Giacomo Manzoli e mons. Angelo Vincenzo Zani, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa che ricorda come le due giornate di incontri rispondano alle sollecitazioni di Papa Francesco, il quale “nel recente messaggio indirizzato alla Fondazione MAC in occasione della sua istituzione, ha insistito sull’urgenza di promuovere azioni indirizzate alla tutela e la valorizzazione culturale delle “fonti audiovisive” divenute “tracce storiche centrali del nostro recente passato. Per il Pontefice – prosegue mons. Zani – è il tempo di fermarsi a raccogliere e custodire questo enorme patrimonio audiovisivo per avviare un nuovo grande processo di costruzione di una memoria collettiva”. All’intervento di Federico di Chio, direttore Marketing Strategico del Gruppo Mediaset, sul tema La ricerca sui media: scambi tra università e impresa, seguirà una discussione coordinata da Giulia Carluccio, prorettrice dell’Università degli Studi di Torino ed ex presidente CUC. Nel pomeriggio del 15 gennaio l’assemblea si sposterà presso il Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo della Sapienza Università di Roma nella sede delle ex vetrerie Sciarra per una tavola rotonda sul tema L’Intelligenza Artificiale nella ricerca, formazione e produzione del cinema e dell’audiovisivo a cui parteciperanno Elisa Giomi, commissaria dell’AGCOM – Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, e Andrea Appella, global competition expert & media/tech regulatory advisor CAST . La giornata si concluderà con l’assegnazione del Premio Kinomata 2023 dedicato ai saggi scientifici sulla presenza, il lavoro e la rappresentazione delle donne nel cinema e negli audiovisivi.

I lavori proseguiranno martedì 16 gennaio in Sapienza. La giornata verrà aperta dalla Rettrice Antonella Polimeni e dal direttore del Dipartimento SARAS Gaetano Lettieri. Dopo gli interventi di alcuni rappresentanti dei gruppi di lavoro CUC sugli ambiti strategici, si svolgerà una tavola rotonda sul tema Alfabetizzazione ai linguaggi audiovisivi come strumenti di cittadinanza a cui parteciperanno l’on. Paola Frassinetti, sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione e del Merito, e alcuni membri del gruppo di lavoro CUC su Scuola, Media literacy e Media education.

“Vogliamo rilanciare la riflessione e il confronto con le istituzioni e le imprese su temi vitali per la ricerca e la didattica nell’ambito dei media audiovisivi – sottolinea il presidente CUC Giacomo Manzoli –, per porci in ascolto e in dialogo con il mondo esterno all’Università e affrontare con maggiore consapevolezza le sfide del lavoro accademico”.


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