C’era un modo per denigrare Ilaria Salis. E qualcuno lo ha trovato

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C’era un modo per buttare nella mischia l’unica cosa disdicevole che si poteva evocare mentre è in corso una riflessione profonda sul caso di Ilaria Salis e sul rispetto dei diritti numani nel perimetro europeo? Sì, c’era e lo ha trovato la Lega che ha “ricordato” (come riporta il quotidiano Il Tempo) un “episodio del passato che riguarda proprio la 39enne italiana, detenuta all’estero: il 18 febbraio 2017, a Monza, un gazebo della Lega veniva assaltato da decine di violenti dei centri sociali… Per quei fatti Ilaria Salis è finita a processo, riconosciuta dalle militanti della Lega”. Ecco qui, abbiamo scovato un’altra strega, la sovversiva che ha osato contestare i gazebo della Lega, il suo appartenere ai centri sociali è sufficiente per bollarla come una cattiva. E la conclusione, pur  non scritta direttamente, è che, in fondo, ci stiamo stracciando le vesti per quelle catene ai piedi quando l’imputata è una maleducata militante (soprattutto) dei centri sociali. Non è nuova la denigrazione delle vittime. E’ stato così per Giulio Regeni: “che ci è andato a fare in Egitto…? era una spia degli inglesi…”. E’ così per le ragazze violentate a mezzanotte dal branco: “che ci faceva tutta sola e mezza nuda in strada a quell’ora? In un posto isolato?”.
Sì, c’era un modo orribile per spostare il focus sul caso Salis. E qualcuno lo ha trovato.


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