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Bavagli e notizie certificate per legge nella riunione di Articolo 21 di oggi

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Oggi  nuovo incontro di Articolo 21 sui bavagli all’informazione in Italia (il quarto dall’inizio di dicembre). Si parlerà delle ultime iniziative di modifica delle leggi che tutelano il diritto di cronaca, a partire dell’emendamento Costa alla proposta Mollicone. Sarà ospite della nostra riunione settimanale il Presidente dell’Ordine Carlo Bartoli e la professoressa Marina Castellaneta. Verrà inoltre analizzato il percorso che porterà all’approvazione definitiva da parte del Parlamento europeo del Media Freedom Act, nonché delle prossime  iniziative contro i bavagli. A tale proposito è utile approfondire l’ultima proposta del Presidente della Commissione Cultura ed Editoria, Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia con cui, sostanzialmente si chiede una “riforma dell’editoria che certifichi la veridicità delle notizie”. Secondo le dichiarazioni fatte da Mollicone all’Ansa ci sarebbe una “deriva sensazionalistica imboccata dalla stampa. Non è possibile che solo per fare clickbaiting, ossia per monetizzare i contatti sui siti, si costruisca un titolo-gancio e si finisca per criminalizzare, se non ridicolizzare, le libere opinioni”. E fa anche un riferimento specifico: “Così se la collega Mennuni sostiene che la maternità deve tornare a essere cool fra le giovani donne diventa un mostro e se io spiego che i programmi dedicati ai minori devono essere visionati prima, mi si fa passare per censore. Per non dire del vizio di estrapolare qualche parola dal contesto — com’è successo al ministro Lollobrigida sulla sostituzione etnica — per menare scandalo”. Il parlamentare annuncia che “È in corso la discussione sul Tusmar per la regolamentazione dei media, nel quale affronteremo la grande questione delle piattaforme digitali. Il fatto è che la stampa è in crisi e per incrementare l’audience fa spesso wild social, social selvaggio, per cui sui portali dei maggiori quotidiani che dovrebbero essere fonti autorevoli si trovano contenuti spesso farlocchi quando non smaccatamente pubblicitari. Bisogna tutelare la credibilità delle fonti, un tema che dovrebbe interessare anche gli editori. Occorre lavorare a una certificazione digitale delle notizie per combattere le fake news. Serve una seria riforma dell’editoria, che è quella su cui ci stiamo applicando – insiste Mollicone – per difendere l’attendibilità delle fonti e la veridicità delle informazioni”.

Ma la proposta ha già scatenato numerose polemiche. Per Bonelli (Avs), il Governo vuole ripristinare la censura del Minculpop – “Non c’è alcun dubbio la destra meloniana sta preparando la svolta autoritaria avendo come modello Orban. Non basta Telemeloni, non bastano le bugie contro i presunti ‘poteri forti’ che sarebbero contro il governo e del quale nessuno sa chi siano, non basta la Legge Bavaglio per impedire agli organi di stampa di pubblicare gli atti delle inchieste, ora il centrodestra vuole ripristinare il MinCulPop di stampo fascista dando la possibilitá al Governo di selezionare e bloccare le notizie sul web che sono contro la ‘Comunitá della destra’, come l’ha definita il presidente della Commissione Cultura ed Editoria Mollicone, affeema Angelo Bonelli, che prosegue: “Ancora una volta questa maggioranza al potere, votata dalla minoranza degli elettori, crede di essere la proprietaria dello Stato Italiano e chiede di censurare e mettere a tacere tutte le voci dissidenti dalla linea di governo. Informiamo Mollicone che la nostra democrazia non è disponibile alle derive censorie e autoritarie progettate da questo centrodestra e che ci opporremo con ogni mezzo al controllo dell’informazione e continueremo, come sempre, a criticare gli atti degli esponenti di centrodestra e le azioni del Governo che vanno contro gli interessi degli italiani. Giorgia Meloni, invece di parlare a vanvera di poteri forti, risponda delle azioni dei vari Pozzolo, Delmastro, Donzelli, Sgarbi, Santanchè e Salvini che evidenziano un quadro preoccupante di cattiva gestione e di comportamenti inappropriati all’interno del governo e della maggioranza”.
“Le notizie certificate per legge? La proposta del presidente della commissione cultura della Camera, Federico Mollicone di Fdi, va respinta al mittente”, afferma Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Partito Democratico. “Non siamo al Minculpop, al ministero della propaganda fascista. Nelle democrazie moderne – prosegue – il pluralismo garantisce la libera informazione ed esistono leggi e codici per garantire deontologia e correttezza dell’informazione. Nessun bollino blu che puzza di censura. Dopo l’emendamento-bavaglio che impedisce di pubblicare gli atti delle inchieste e la stretta sulle intercettazioni la sparano così grossa che sono senza vergogna. Le fake news e la manipolazione che corre su internet sono questioni che non vanno sottovalutate e vanno affrontate in sede parlamentare. Se la maggioranza di governo punta a controllare i media, troverà la nostra più forte opposizione”.

“L’ultima trovata di Fratelli d’Italia per provare a controllare l’informazione, è sbagliata nelle premesse e negli obiettivi. Una cosa è combattere seriamente il fenomeno della disinformazione e delle fake news, altra cosa è partire dal presupposto che ci sia un disegno volto a “criminalizzare la destra”, come dice l’alfiere minore meloniano Federico Mollicone, per giustificare un intervento sull’editoria e sulla stampa. Con queste premesse una riforma dell’editoria che certifichi la veridicità delle notizie, come paventata da Mollicone, è roba da Minculpop. Quando si scaglia contro la “deriva sensazionalistica imboccata dalla stampa” dovrebbe guardare a certi articoli e servizi TV vicini alla loro area politica: Mollicone e tutta Fratelli d’Italia scoprirebbero quanto male fanno all’informazione e alla democrazia certe mistificazioni e la propaganda di cui governo e maggioranza sono ormai professionisti assoluti”. Così gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione cultura alla Camera Antonio Caso, Anna Laura Orrico e Gaetano Amato.


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