Ma la proposta ha già scatenato numerose polemiche. Per Bonelli (Avs), il Governo vuole ripristinare la censura del Minculpop – “Non c’è alcun dubbio la destra meloniana sta preparando la svolta autoritaria avendo come modello Orban. Non basta Telemeloni, non bastano le bugie contro i presunti ‘poteri forti’ che sarebbero contro il governo e del quale nessuno sa chi siano, non basta la Legge Bavaglio per impedire agli organi di stampa di pubblicare gli atti delle inchieste, ora il centrodestra vuole ripristinare il MinCulPop di stampo fascista dando la possibilitá al Governo di selezionare e bloccare le notizie sul web che sono contro la ‘Comunitá della destra’, come l’ha definita il presidente della Commissione Cultura ed Editoria Mollicone, affeema Angelo Bonelli, che prosegue: “Ancora una volta questa maggioranza al potere, votata dalla minoranza degli elettori, crede di essere la proprietaria dello Stato Italiano e chiede di censurare e mettere a tacere tutte le voci dissidenti dalla linea di governo. Informiamo Mollicone che la nostra democrazia non è disponibile alle derive censorie e autoritarie progettate da questo centrodestra e che ci opporremo con ogni mezzo al controllo dell’informazione e continueremo, come sempre, a criticare gli atti degli esponenti di centrodestra e le azioni del Governo che vanno contro gli interessi degli italiani. Giorgia Meloni, invece di parlare a vanvera di poteri forti, risponda delle azioni dei vari Pozzolo, Delmastro, Donzelli, Sgarbi, Santanchè e Salvini che evidenziano un quadro preoccupante di cattiva gestione e di comportamenti inappropriati all’interno del governo e della maggioranza”.
“Le notizie certificate per legge? La proposta del presidente della commissione cultura della Camera, Federico Mollicone di Fdi, va respinta al mittente”, afferma Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Partito Democratico. “Non siamo al Minculpop, al ministero della propaganda fascista. Nelle democrazie moderne – prosegue – il pluralismo garantisce la libera informazione ed esistono leggi e codici per garantire deontologia e correttezza dell’informazione. Nessun bollino blu che puzza di censura. Dopo l’emendamento-bavaglio che impedisce di pubblicare gli atti delle inchieste e la stretta sulle intercettazioni la sparano così grossa che sono senza vergogna. Le fake news e la manipolazione che corre su internet sono questioni che non vanno sottovalutate e vanno affrontate in sede parlamentare. Se la maggioranza di governo punta a controllare i media, troverà la nostra più forte opposizione”.
“L’ultima trovata di Fratelli d’Italia per provare a controllare l’informazione, è sbagliata nelle premesse e negli obiettivi. Una cosa è combattere seriamente il fenomeno della disinformazione e delle fake news, altra cosa è partire dal presupposto che ci sia un disegno volto a “criminalizzare la destra”, come dice l’alfiere minore meloniano Federico Mollicone, per giustificare un intervento sull’editoria e sulla stampa. Con queste premesse una riforma dell’editoria che certifichi la veridicità delle notizie, come paventata da Mollicone, è roba da Minculpop. Quando si scaglia contro la “deriva sensazionalistica imboccata dalla stampa” dovrebbe guardare a certi articoli e servizi TV vicini alla loro area politica: Mollicone e tutta Fratelli d’Italia scoprirebbero quanto male fanno all’informazione e alla democrazia certe mistificazioni e la propaganda di cui governo e maggioranza sono ormai professionisti assoluti”. Così gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione cultura alla Camera Antonio Caso, Anna Laura Orrico e Gaetano Amato.