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Anpi: “Errore gravissimo mettere sullo stesso piano la Shoah e altre, pur terrificanti, vicende di oggi”

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“Il 27 gennaio celebriamo il giorno della Memoria, stabilito da una risoluzione delle Nazioni Unite e recepito da una legge nazionale nel 2000, istituita al fine di ricordare la liberazione di Auschwitz, il ricordo della Shoah, delle leggi razziali, della persecuzione degli ebrei, dei deportati, prigionieri, uccisi, compresi gli oppositori politici, gli internati militari italiani e i lavoratori che avevano scioperato, nonché coloro che hanno messo a rischio la vita per salvare altre vite e per proteggere i perseguitati”. Lo afferma in una nota il Comitato nazionale dell’Associazione nazionale partigiani. La memoria di tutto ciò è a fondamento dell’esistenza stessa dell’Anpi.
“E’ un errore gravissimo mettere sullo stesso piano, in occasione del giorno della Memoria, l’incommensurabile tragedia della Shoah e altre, pur terrificanti vicende del nostro tempo, a cominciare dall’inammissibile e vergognosa mattanza che l’attuale governo israeliano sta ininterrottamente compiendo da più di cento giorni nei confronti del popolo di Gaza dopo il barbaro attacco di Hamas ai civili israeliani del 7 ottobre 2023. – si legge  nel documento – Radicalizzando le posizioni con questo intollerabile parallelo non solo si offende la memoria di milioni e milioni di ebrei sterminati dalla macchina di morte nazista, ma si danneggia pesantemente anche l’impegno per l’immediata cessazione dei bombardamenti su Gaza e per la ricerca di una soluzione politica al tragico conflitto in corso. Tale soluzione non può che essere quella di due popoli in due Stati, a garanzia della sicurezza di entrambi. L’Anpi rimane fedele al ‘Giuramento di Mauthausen’, incardinato sui valori di pace, libertà e giustizia sociale. Da ciò deriva la solidarietà internazionale che è ben presente nella nostra memoria e per questo l’Anpi è da sempre impegnata nella ricerca e nella costruzione del dialogo e nel perorare ogni possibilità di disarmo, cessate il fuoco e trattative diplomatiche, al fine della realizzazione dell’obiettivo fondamentale: la pace”.


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