Altre cinque pietre d’inciampo. Per ricordare coloro i quali subirono l’orrore della deportazione e non fecero più ritorno, nelle loro case, al loro lavoro, tra i loro affetti. A Ronchi dei Legionari, che, dal 2019 ad oggi, ne ha sistemate già 33, saranno posizionate il 24 maggio prossimo, in occasione dell’ottantesimo anniversario dei tragici rastrellamenti che colpirono la città allora. Sabato 27 gennaio, invece, Ronchi dei Legionari celebrerà ufficialmente la Giornata della memoria. Un’organizzazione congiunta che vedrà in campo l’amministrazione comunale, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia, con la sua presidente Marina Cuzzi in testa e l’Associazione nazionale ex deportati, guidata da Libero Tardivo, spesso impegnato nelle scuole. Sabato 27, dunque, alle 11, la cerimonia che si svilupperà nei pressi del monumento eretto nel settembre del 1987 dinnanzi al cimitero e che ricorda i ronchesi che negli stessi, numerosi, perdettero la vita durante la seconda guerra mondiale. Un numero che fa impressione.
Ben 158 cittadini di Ronchi dei Legionari, durante la seconda guerra mondiale, furono deportati, di cui 75 di loro morirono nei campi di concentramento e non fecero mai ritorno alle loro famiglie. Allora la popolazione ronchese contava poco più di 8mila abitanti e proprio per questo il sacrificio fu immane. Le cinque pietre d’inciampo ricorderanno Antonio Bevilacqua, lungo via San Lorenzo, Salvatore Cossu, in via Redipuglia, Armando Lenardon, in via dei Granatieri, Elio Tambarin, in centro città ed Oreste Zampa, in via 4 Novembre. Bevilacqua, partigiano dell’Intendenza Montes, fu ucciso nel luglio del 1944 a Flossemburg, mentre Cossu, nativo della provincia di Nuoro, morì nello stesso campo di concentramento. Lenardon, classe 1914, morì nel gennaio del 1945 ad Uberlingen, mentre Tambarin a Neuengamme. Il fratello Antonio sarà, nel dopoguerra, il primo sindaco di Ronchi dei Legionari, designato dal Governo militare alleato, poi Senatore della Repubblica. Zampa, classe 1916, morì a Leonberg nell’aprile del 1945. Un percorso della memoria, fatto attraverso nomi, vite, episodi ed epiloghi nefasti che non debbono essere dimenticati. Sono state sofferenze che ci permettono oggi di poter vivere da uomini liberi. Il 24 maggio del 1944, va ricordato, furono arrestate qualcosa come 68 persone. Pochi giorni dopo, il primo giugno per la precisione, si “replicò” e nelle maglie degli aguzzini finirono anche 24 donne di ogni età. Vennero radunate nei pressi del Caffé Trieste, in piazza Oberdan, e, quindi , caricate su dei camion con destinazione carceri del Coroneo a Trieste. II 31 maggio 1944 la loro partenza per i lager nazisti. Ronchi dei Legionari fu scossa dall’arrivo di camion carichi di truppe tedesche assieme a repubblichini italiani che fecero parte della famigerata “Banda Colotti”, nota per la sua cruenta battaglia antipartigiana. “Una pagina importante della nostra storia – sono le parole del sindaco, Mauro Benvenuto – che va ricordata con raccoglimento e memoria. Una memoria che va trasmessa alle giovani generazioni, perché possano far tesoro di tali simili, allucinanti esperienze”.
Bevilaqua Antonio. Nato a Ronchi dei Legionari il 24.7.1895, abitava via S. Lorenzo n.36. Viene fermato assieme alla nipote Leda, per delazione, durate il rastrellamento del 24.5.1944 a Ronchi dei Legionari e trasportato in carcere a Trieste, al Coroneo. Dopo il violento interrogatorio viene caricato sul treno per la Germania, con il trasporto n.48, parte da Trieste il 31.5.44 giunge il 2.6.44 a Dachau, viene registrato con il n. 69592, poi trasferito il 21.7.44 a Flossemburg n. 12990 dove viene ucciso il 30.9.44. Antonio era partigiano Intendenza Montes btg Misto.
Cossu Salvatore. Nato a Silanus (Nuoro) il 26.2.1902. Abitava a Ronchi in Via Redipuglia n.53 Viene fermato, per delazione, durate il rastrellamento del 24.5.1944 a Ronchi dei Legionari e trasportato in carcere a Trieste, al Coroneo. Dopo il violento interrogatorio viene caricato sul treno per la Germania, con il trasporto n.48, parte da Trieste il 31.5.44 giunge il 2.6.44 a Dachau, viene registrato con il n. 69614. Il 22.7.44 trasferito a Flossemburg n. 13083, poi a Hersbruck (sottocampo Flossemburg), nuovamente il 10.11.44 a Flossemburg dove muore il 20.11.44 Arrestato in quanto cercavano il figlio Cossu Silvano (Tritolo) partigiano della div. Garibaldi Natisone batt. Garibaldi Trieste
Lenardon Armando Nato a Ronchi il 28.6.1914 , abitava in Via Granatieri n.9. Viene fermato, per delazione, durate il rastrellamento del 24.5.1944 a Ronchi dei Legionari e trasportato in carcere a Trieste, al Coroneo. Dopo il violento interrogatorio viene caricato sul treno per la Germania, con il trasporto n.48, parte da Trieste il 31.5.44 giunge il 2.6.44 a Dachau, viene registrato con il n. 69665, poi trasferito nel sottocampo di Uberlingen dove muore il 11.1.45. Armando era partigiano della Divisione Garibaldi Natisone – Btg Garibaldi Trieste.
Tambarin Elio Nato a Ronchi dei Legionari il 9.5.1896, arrestato a Ronchi, dopo il carcere a Trieste al Coroneo viene inviato in Germania con il trasporto n.94, parte da Trieste il 19.10.44 ed il 5.10.44 arriva a Dachau, registrato n.112777, dichiarato infermiere, poi trasferito il 22.10.44 a Neuengamme n.62961 partigiano della Divisione Garibaldi Natisone, Btg. Garibaldi Trieste. Il fratello Antonio sarà, nel dopoguerra, il primo sindaco di Ronchi dei Legionari, designato dal Governo militare alleato, poi Senatore della Repubblica.
Zampa Oreste Nato a Leibnitz Austria il 9.2.1916, abitava a Ronchi in Via 4 novembre n.45, partigiano della Divisione Garibaldi Natisone – Btg Garibaldi Trieste, arrestato a Ronchi 24.11.44 , Coroneo poi trasporto 109 , parte da Trieste il 8.12 .44 – 11.12.44 a Dachau n.135367 , poi il 13.12.44 a Natzweiler n. 40316, poi sottoc. Leonberg muore il 26.4.45