Alla conferenza stampa di fine anno con il braccialetto di Regeni e la spilla di Rocchelli

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I dati Auditel ci dicono che la Conferenza stampa di fine anno è un po’ come Sanremo: tutti la criticano, ma tutti la guardano. Per questo, ho pensato di fare un piccolo gesto di fronte al milione e passa di telespettatori che ha seguito l’avvio della diretta. Ho scelto di indossare il braccialetto giallo, simbolo della campagna per ottenere giustizia per Giulio Regeni, e appuntato alla giacca la spilla con la “fotocamera che piange” disegnata da Vauro in memoria di Andy Rocchelli. Due barbari assassini che restano impuniti. Due ragazzi che hanno pagato la loro voglia di conoscere e di raccontare l’altra faccia del mondo, quella che non viene illuminata dai riflettori, quella nella quale si consumano atrocità e ingiustizie. Dove anche il solo atto di non distogliere lo sguardo è pericoloso. Come è accaduto a Mario Paciolla, “suicidato” in Colombia.

Nel 2024 ricorrono gli anniversari degli omicidi di Pippo, Ilaria, Miran, Marco, Alessandro, Dario e Andy. Ricordare il loro impegno è un dovere morale per tutti noi. Anche indossando un piccolo simbolo: perché senza giustizia muore anche la speranza.


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