«Il Governo sferra di nuovo un attacco al Domani. Dopo la querela di Giorgia Meloni, quella (minacciata) del ministro Giancarlo Giorgetti, è la volta del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, fedelissimo del leader della Lega Matteo Salvini». Lo si legge in un articolo firmato da Giovanni Tizian e Nello Trocchia e pubblicato il 12 dicembre 2023 dal quotidiano diretto da Emiliano Fittipaldi.
Come ricorda l’articolo, è la terza volta che il leghista prende di mira il giornale. In questo caso lo fa attraverso “una diffida del suo avvocato, in cui chiede denaro e la cancellazione dal sito delle inchieste sgradite sulla sua casa di Roma, comprata dall’Enpaia”.
Tra le richieste c’è quella di “risarcire Durigon dei danni subiti e subendi a seguito delle condotte sopra contestate, al momento quantificabili in euro 200.000, fatto salvo il maggior danno”. Il legale di Durigon chiede poi di “astenersi per il futuro dalla pubblicazione di articoli di contenuto analogo a quello di cui agli articoli contestati, o comunque articoli che siano suscettibili di ledere la reputazione del mio Assistito”. Infine, viene specificato nell’articolo, “la richiesta più curiosa: per ogni giorno di inadempienza scatta una penale, 500 euro al giorno in più”.
Ad essere contestati, prosegue l’articolo, sono gli articoli pubblicati nell’ultimo anno. Già a febbraio Durigon aveva minacciato una querela, garantendo che avrebbe allegato “tutta la documentazione necessaria a smentire ogni riga dei nostri articoli. Tuttavia, a quasi un anno di distanza, non solo non è arrivata alcuna querela, ma non c’è traccia della documentazione promessa. Al contrario – spiegano ancora Tizian e Trocchia – è arrivata la richiesta via lettera dell’avvocato di un risarcimento preventivo”.
L’articolo si chiude con la considerazione che la querela, “per quanto sgradevole, è un atto in cui i giornalisti possono difendersi. La diffida è, invece, un atto con cui il sottosegretario pretende di imporre delle richieste ben prima dell’intervento della magistratura, stabilendo chi ha ragione e chi ha torto. Scopriamo così che Durigon, oltre che sottosegretario al Lavoro, è nel tempo libero pure giudice”.