Si tratta, per la Efj, che ha collaborato attivamente a fornire pareri sul Media Freedom Act, di una vittoria per tutti i difensori della libertà di stampa e della democrazia. In attesa di approfondire maggiormente il testo dell’accordo e delle precise garanzie che offre a tutela delle fonti giornalistiche, l’EFJ ha ringraziato pubblicamente i protagonisti dei negoziati a tre, ossia la vicepresidente della Commissione europea Vera Jourova, il ministro della Cultura spagnolo Ernest Urtasun e le europarlamentari Sabine Verheyen (PPE) e Ramona Strugariu (Rinnovamento), che hanno preso sul serio le richieste dell’EFJ e delle organizzazioni rappresentative dei media in Europa.
L’accordo provvisorio che il Consiglio dell’UE e il Parlamento europeo hanno raggiunto su una nuova legge europea per salvaguardare la libertà dei media, il pluralismo dei media e l’indipendenza editoriale è la prima legislazione integrata sulla libertà dei media che sarà immediatamente applicabile a tutti i 27 Stati membri dell’Unione europea. L’accordo di questa settimana deve ancora essere convalidato dal Comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri dell’Unione europea (Coreper), passaggio fissato per mercoledì 20 dicembre.
L’accordo provvisorio stabilisce l’obbligo per gli Stati membri di garantire l’effettiva protezione dei giornalisti e dei fornitori di media nell’esercizio della loro attività professionale e vieta agli Stati membri di utilizzare misure coercitive per ottenere informazioni sulle fonti dei giornalisti o sulle comunicazioni riservate, tranne in casi specifici.
“L’EFJ e i suoi partner – si legge nel sito della Federazione europea – hanno condotto un’intensa campagna di advocacy con i suoi alleati, nel Parlamento europeo, nella Commissione europea e con la Presidenza spagnola, che ha svolto un ruolo essenziale nell’abbandono delle disposizioni, promosse da Francia, Italia, Malta, Grecia, Cipro, Svezia e Finlandia, che miravano a legalizzare il dispiegamento di software spia contro i giornalisti, sulla base del semplice sospetto di una minaccia alla sicurezza nazionale”.
“Il testo dell’EMFA, nel suo complesso, non menziona più la sicurezza nazionale ed è una vittoria per la democrazia”, ha insistito Ramona Strugariu. “L’articolo 4.4 dell’EMFA fa semplicemente riferimento ai trattati europei esistenti, il che rappresenta un buon compromesso”, ha dichiarato Sabine Verheyen. “Simbolicamente, sarebbe stato drammatico sollevare la possibilità di spiare i giornalisti sulla base di minacce alla sicurezza nazionale”.
Vera Jourova, da parte sua, ha insistito sulle forti garanzie previste dall‘articolo 4.2 dell’EMFA per proteggere le fonti dei giornalisti da qualsiasi misura abusiva. Il testo prevede, ad esempio, la necessità di ottenere un’autorizzazione preventiva da parte di un’autorità giudiziaria indipendente prima di qualsiasi misura repressiva ai sensi dell’articolo 4 (detenzione, sanzione, perquisizione e sequestro, accesso a dati criptati, uso di tecnologie di sorveglianza, spyware, ecc.)
“L’EMFA protegge la libertà di espressione, l’indipendenza e il pluralismo dei media nell’Unione Europea e la Presidenza spagnola dell’UE invita tutti i governi degli Stati membri a confermare l’accordo mercoledì”, ha dichiarato Ernest Urtasun.
“Questo accordo provvisorio è storico”, ha commentato Maja Sever, presidente dell’EFJ. “Abbiamo lottato duramente per ottenere questo risultato, contro gli Stati che hanno tentato di inserire disposizioni particolarmente repressive. È bello vedere che lo slogan dell’EFJ – Il giornalismo è un bene pubblico – non è solo una frase fatta”.
“Sono commossa da tutta la forza unita per realizzare questo accordo”, ha aggiunto Renate Schroeder, direttore dell’EFJ, che ha lavorato personalmente a proporre modifiche al testo per conto di Efj. “In tempi in cui il giornalismo e i giornalisti sono attaccati da ogni parte, è bello vedere che è ancora possibile convincere i responsabili politici della nostra buona volontà e del nostro impegno per l’interesse pubblico. Insieme siamo forti. E continueremo la lotta, che non è finita, né per l’EMFA né per altre sfide che minacciano la libertà di stampa in Europa”.