“Il bello delle tradizioni è che possono cambiare”. E’ questa la frase (messa così a mio avviso è priva di senso, sembra dire che a una tradizione, tipo il pranzo di Natale, se ne può sostituire un’altra, tipo l’andare al mare la domenica mattina) con cui +Europa ha scelto di accompagnare la sua natività omosessuale, con coppie omosessuali che accudiscono il bambino appena nato.
Il non senso è reso evidente dal fatto che gli abiti sono quelli del tempo di Gesù e classici della rappresentazione tradizionale della Natività. Perché? Davvero non si capisce perché il tempo e il vestiario debbano restare immutati. Per dire che la tradizione di voler Gesù accudito da Giuseppe e Maria cambia? Ma Maria e Giuseppe, così come Gesù, sono personaggi storici, realmente esistiti. Perché si vuole porre nella grotta di Betlemme, duemila anni fa, una coppia omosessuale?
E’, per me, una caduta di senso che nulla dà alle coppie omosessuali e che molto toglie al rispetto di Maria e di Giuseppe come figure vissute e rese dalla devozione popolare dei credenti figure appartenenti al proprio simbolico, sacro e affettivo. Il rifacimento è storicamente impossibile.
Siccome tutti sanno del mistero che avrebbe preceduto la nascita di Gesù, il suo concepimento, la trovata di +Europa pro omosessuali nulla aggiunge alla loro ricerca di legittimità umana e sentimentale, oggi.
Molto di più, invece, ha fatto proprio in questi giorni il Vaticano, autorizzando, con una Dichiarazione ufficiale e sotto forma di rescritto, la benedizione, non certo liturgica, di coppie omosessuali o irregolari. Chi avesse a cuore i diritti degli omosessuali in una società civile avrebbe lodato, da laico o da credente conta poco, quell’atto, capace di aprire una vera discussione che vede i “tradizionalisti” all’assalto del Vaticano.
Le tradizioni non si cambiano. Piuttosto, avrei detto se fossi stato io a fare qualcosa al riguardo, il modo migliore per conservarle è rinnovarle. Tutto si può rinnovare, e il modo migliore per rinnovare una vecchia casa è dotarla di termosifoni, ad esempio, o di vetri che consentono il risparmio energetico. Non facendone un’automobile.
Maria poteva certamente diventare una madre vittima di uno dei tanti conflitti che arroventano il mondo, ad esempio, vestita come quelle vittime vestono oggi. Giuseppe poteva diventare un migrante che trascina con sé la sua famiglia verso un destino che spera migliore, vestito e bagnato come tanti migranti sono nella nostra odierna realtà. Tante di queste raffigurazioni ci sono, ci sono state e auspicabilmente ci saranno. Si poteva porre Gesù in un appartamento che a Natale richiede l’uso dell’aria condizionata, per sottolineare il disastro dei mutamenti climatici. Certo tutto questo avrebbe ed ha senso. Non ha senso fare di Giuseppe, nel suo tempo e nel suo contesto, un non esistente Giuseppe omosessuale che insieme al suo amico accudisce un bambino: questo non è cambiare una tradizione, questo è un non senso. Maria è Maria, non è una tradizione. Sono persone che non si capisce come si possa pensare di trasformare nel loro tempo e nel loro contesto. Gesù può essere un bambino di colore, come Maria può essere una india, come nel santuario di Copacabana. Tutte queste innovazioni hanno senso e possono spingere verso una migliore comprensione della tradizione.
Ma la trovata di +Europa a me è parsa- sebbene mi possa sbagliare ovviamente- un modo per far parlare di sé, per fare notizia, a mio avviso senza nulla da dire.
Se +Europa avesse voluto fare qualcosa di utile per gli omosessuali, avrebbe potuto esprimere gratitudine al cardinal Fernandez, che ha firmato la Dichiarazione, esortando tutti, a cominciare da +Europa stessa, a fare come si dice in Fiducia Supplicans, evitare la “fissità di alcuni schemi dottrinali o disciplinari, soprattutto quando danno luogo ad un elitarismo narcisista e autoritario”. Questo servirebbe a tutti, anche a chi pensa di poter cambiare (non rinnovare) le tradizioni.
(Nella foto il biglietto di auguri di +Europa)