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Ci vediamo al Modernissimo

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Con un programma di dieci giorni di inaugurazione, e dopo molti anni di attesa, il 21 novembre scorso il Modernissimo è stato restituito alla città completamente restaurato.

Qualcosa di davvero speciale: riapre il Cinema Modernissimo a Bologna -  BoLOVEgna

Era stato immaginato, o avveniristicamente sognato, e fatto realizzare in stile Liberty, dall’architetto e scenografo Gualtiero Pontoni. Venne inaugurato il 16 febbraio 1915. Agli inizi del Novecento la corsa verso il progresso cominciò a trasformare i centri storici e anche Bologna cambiò il suo assetto urbanistico. Così nacque il cinema-teatro nel sottoterra di Palazzo Ronzani, nel cuore di Bologna, all’angolo tra Piazza Re Enzo e via Rizzoli a lato di Piazza Maggiore, la “Piazza Grande” di Lucio Dalla.

Divenne ben presto anche il luogo di ritrovo spesso preferito: “ci vediamo al Modernissimo” si diceva. I bolognesi avevano infatti accolto con favore la modernissima struttura: «una altissima e spaziosa sala, divisa in due piani: nel piano terreno si trovano i secondi posti; nel primo piano, al quale si accede da comode scale, si allunga e stende una grande galleria fino a metà della sala, dove si trovano i primi posti, che in tal modo sono completamente isolati dai secondi» scriveva allora (il 17 febbraio 1915) il quotidiano Il Resto del Carlino.

Dal 1931 il cinema-teatro Modernissimo cominciò la sola programmazione cinematografica, divenendo così il Cinema Modernissimo.

Poi arrivarono gli anni della Seconda guerra mondiale, quando si entrava con il biglietto “patriottico”, una sorta di sottoscrizione per supportare l’esercito italiano.

Negli anni Cinquanta però il gioello liberty sparì, per effetto di un progetto di ammodernamento della sala cinematografica che già aveva cambiato il nome in Arcobaleno. Cinema che visse fino al 2007. Nel 2011 un collettivo di lavoratori del cinema e di studenti occuparono la sala immaginando di poterla rianimare, ma dopo quattro giorni il cinema venne sgomberato dalle forze dell’ordine, e rimase ancora chiuso.

Ma tre anni dopo, nel 2014, il Comune di Bologna e la Cineteca annunciarono finalmente di voler far rivivere il cinematografo. E di farlo tornare agli antichi splendori con un progetto del noto scenografo Giancarlo Basili: un’architettura Liberty ispirata al progetto originale di Pontoni, dalle sedie rosse con “M” in rilievo, ai lampadari a sospensione con base ottagonale e alle piume di pavone sui soffitti (immagini e video su https://cinetecadibologna.it/luogo/cinema-modernissimo/#media-slider).

Nei dieci giorni di inaugurazione, dal 21 al 30 novembre, si sono avvicendati al Modernissimo un parterre di ospiti internazionali. Tra gli altri, Marco Bellocchio, Wes Anderson, Paola Cortellesi, Mario Martone, Giuseppe Tornatore, Alice e Alba Rohrwacher. Anche se ora una nuova polemica è nata perché la sala ha perduto lo splendido ingresso originale, ora occupato da un negozio di moda, quindi si è dovuto immaginare una nuova entrata: quella nell’ex-sottopasso di via Rizzoli. Per proteggere l’ingresso, il “maestro della luce” Mario Nanni sta dando vita ad una pensilina in vetro e in acciaio.

Una struttura che il Comitato per Bologna storica e artistica ha ritenuto fastidiosa a ridosso di un edificio medievale e a pochi metri da Piazza Maggiore.

Ma i lavori proseguono. Nel 2024 con l’inaugurazione della pensilina sarà completato l’importante progetto del 2014 – nato dal protocollo d’intesa tra il Comune di Bologna, la Fondazione Cineteca di Bologna ed Emmegi Cinema (società proprietaria della sala), con la collaborazione di Confindustria Emilia Area Centro, e di Gaumont, Pathé – che ha fatto rinascere la storica sala cinematografica in Piazza Maggiore.

E così possiamo ancora dire “ci vediamo al Modernissimo”.


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