Immaginazione, intuizione, creatività, impegno sono le parole che vengono in mente leggendo il testo che descrive il progetto Una stella di nome Ilaria o guardando le immagini smaglianti e la grafica accattivante che lo corredano o ascoltandone la presentazione che Mariangela Gritta Grainer ha fatto il 26 novembre, nella conferenza stampa presso la Camera dei Deputati. Si tratta di un’originale proposta di lavoro che elude ogni abitudine di ritualità commemorativa e parla agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, facendo leva sulla loro curiosità, sulla loro capacità di muoversi tra linguaggi e scenari diversi, sullo slancio inventivo delle diverse fasce d’età.
L’occasione è il trentennale dell’uccisione in Somalia di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, anzi della loro “esecuzione” come hanno dimostrato i risultati di indagini già concluse da tempo. C’è molta tristezza per l’anniversario e tanta bruciante frustrazione per un duplice delitto impunito, che tutti ci offende nel nostro diritto ad avere giustizia e ci indigna nella nostra coscienza di cittadini in debito verso chi rischia la vita per informarci. Ma nel progetto non vibrano queste corde, anzi una corrente energetica e positiva lo percorre per trasformare in uno sguardo rivolto al futuro l’impegno della memoria di ciò che è avvenuto.
Questo non è un tradizionale concorso per le scuole, ma l’avvio e la preparazione di un evento che avrà il 24 maggio 2024 – data della nascita di Ilaria Alpi – la sua conclusione, a Roma alla presenza di autorità della Repubblica, con un riconoscimento concreto dei lavori delle scuole partecipanti, ognuna delle quali sceglierà liberamente, in piena autonomia come orientare il lavoro degli studenti e inserirsi nelle linee guida proposte.
È di quest’anno la scoperta grazie al Marana Space Explorer Center di una stella sin qui ignota, che continua e continuerà a mandarci la sua luce benché sia già implosa. La metafora affascinante della «luce delle stelle morte», fenomeno astrofisico ben studiato, è stata scelta per il caso di Ilaria, la cui storia continua a mandarci luce e significato, benché la sua vita sia stata spietatamente troncata. La stella individuata nella costellazione del Toro, gruppo delle Pleiadi, è stata chiamata Ilaria Alpi e recherà come sigla identificativa le sue iniziali. La metafora della luce vale anche per il lavoro della Magistratura che dovrà tornare a illuminare le vie intricate delle responsabilità per l’uccisione di 30 anni fa e arrivare a fare giustizia degli esecutori, dei mandanti, delle coperture omertose che hanno intralciato il cammino della verità.
La cifra del progetto mi pare essere l’interdisciplinarità, all’insegna cioè dell’incontro tra saperi diversi – dalla fisica all’astronomia, dalla letteratura alla storia – e tra registri espressivi molteplici, incluse le arti figurative, la musica, la danza, il cinema. Le stelle sono il filo rosso che lega trasversalmente le discipline e l’invito è a varcarne i confini e a contaminarle per riflettere, immaginare e sviluppare lavori di varia, composita ispirazione. La modalità prescelta per la realizzazione di questi lavori è quella di una libertà assoluta, senza regolamenti e prescrizioni. Come ha detto Mariangela Gritta Grainer, artefice del progetto in collaborazione con docenti di varie scuole, questo è un non-concorso, come l’affascinante non-compleanno di Alice nel paese delle meraviglie!
Il progetto, sostenuto da associazioni, enti e istituzioni ( quali la Fondazione Paolo Murialdi nel cui archivio sono depositate le carte personali di Ilaria Alpi, la Comunità#noi non archiviamo, Articolo 21 per la libertà di stampa, la Federazione nazionale della stampa italiana, l’Ordine nazionale dei giornalisti, l’Unione sindacale dei giornalisti Rai, GiULiA giornaliste, l’Archivio audiovisivo del Movimento operaio e democratico, L’Associazione Libera, Libera Informazione, La Fondazione Perugiassisi per la cultura della pace, l’Associazione amici di Roberto Morrione, Il Museo d’Arte diffusa, in collaborazione con il Marana Space Explorer Center Marsec ), avrà una prima scadenza il 27 gennaio, dead line per l’invio della scheda di partecipazione delle scuole aderenti. Informazioni operative scrivendo stella@ilariaalpi.it
Mariangela Gritta Grainer ha terminato la presentazione ricordando la sezione speciale del progetto per le scuole superiori di primo e secondo grado: Una storia sbagliata è la guerra. L’invito è a raccontare la storia sbagliata di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin insieme a quella di Andrea Rocchelli: di testimoni di verità uccisi in luoghi di guerra che ancora attendono giustizia.
Citando le ruvide parole del nostro Presidente Sergio Mattarella che, in occasione dell’incontro con il Presidente della Repubblica finlandese, ha osservato: «Il mondo è cambiato. Ed è cambiato in peggio per la verità … per sciagurati comportamenti umani …» Gritta Grainer a nome della stella Ilaria ha lanciato un vibrante appello per costruire la pace, subito.
Suggestiva e provocatoria anche la conclusione del suo intervento laddove si è chiesta perché Sofocle, un uomo, abbia affidato al personaggio di Antigone, una donna come Ilaria, il compito di disconoscere frontalmente la legge umana decisa dalla polis. E perché Antigone continua ad interpellarci da sempre e anche ora. Antigone afferma:” Io non nacqui per condividere odio ma per condividere amore”e Creonte le risponde:” Se devi amare va sottoterra e ama quelli là, finché io vivo, non sarà una donna a comandare”.