Se potesse mai servire ad alleviare le pene della famiglia distrutta dal dolore e donare un pizzico di pace alla sua anima, va ricordato che i 3 responsabili dell’omicidio di Maria Grazia Cutuli sono stati individuati, processati e condannati dalle autorità afghane che addirittura hanno comminato la pena capitale ad uno di loro. Ma contro questa sentenza estrema si è schierata anche la famiglia della giornalista siciliana uccisa proprio 22 anni fa a Sarobi, sulla strada per Kabul, insieme a Julio Fuentes, inviato di El Mundo, l’australiano Harry Burton e l’afghano Azizullah Haidari, corrispondenti dell’agenzia Reuters.
Maria Grazia fu uccisa nello stesso giorno in cui il Corriere della Sera pubblicò il suo scoop sul ritrovamento di un deposito gas nervino in una base abbandonata dai talebani. Incredibile circostanza a riconferma della bravura di una giornalista, massacrata a 39 anni, che aveva ancora molto da raccontare ai suoi lettori.
La ricordiamo anche attraverso le fotografie che le scattò Raffaele Ciriello, il chirurgo plastico e fotoreporter di guerra di 42 anni ucciso meno di quattro mesi dopo a Ramallah da una raffica esplosa da un carro armato israeliano mentre stava documentando un rastrellamento dell’esercito. Per lui nessuna giustizia.
Sono due dei caduti dell’informazione sui fronti di guerra.