Il senatore Maurizio Gasparri, non pago della convocazione di Sigfrido Ranucci in Commissione di Vigilanza RAI, lo scorso 7 novembre, ha presentato, insieme a Roberto Rosso, a sua volta senatore di Forza Italia, la seguente interrogazione: “Premesso che: secondo quanto consta agli interroganti, oltre cento istanze di punizione, prevalentemente per il reato di diffamazione, sarebbero state introdotte presso la Procura della Repubblica di Roma nei confronti del giornalista Sigfrido Ranucci e di suoi collaboratori; Ranucci sosterrebbe di non temere tali iniziative perché certo di autorevoli tutele di cui sarebbe beneficiario; la pendenza di un numero così rilevante di procedimenti appare plausibile alla luce delle dichiarazioni che, all’esito della trasmissione ‘Report’ di cui è responsabile Ranucci, che rilasciano i soggetti di cui la trasmissione in questione si interessa che asseriscono di ritenersi diffamati e di voler avviare iniziative giudiziarie conseguenziali; se risultasse accertata la sussistenza di un così elevato numero di procedimenti giudiziari pendenti per fatti connessi agli argomenti trattati dal programma ‘Report‘ che, come è noto, viene diffuso dal servizio pubblico della RAI, sussisterebbe senza ombra di dubbio l’esigenza di comprendere le ragioni della inerzia investigativa nonostante doglianze sovente introdotte da autorevoli personaggi con ruoli significativi nella vita del Paese, si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda verificare la sussistenza dei fatti riportati e, in caso affermativo, se intenda disporre dei propri poteri ispettivi per accertare le ragioni che avrebbero determinato tale stato di cose da cui discenderebbe, tra l’altro, un innegabile pregiudizio di immagine per l’ordine giudiziario”.
Immediata la reazione di Ranucci: “Gasparri prima ci convoca in Vigilanza, poi ci querela per quello che vanno scrivendo sui social dopo che ci ha convocato in Vigilanza, poi presenta interrogazione al Ministro della Giustizia Nordio per fare ispirazioni ai magistrati che seguono le querele nei nostri confronti presentate da personaggi illustri, tra cui immaginiamo ci sarà anche lui”. Abbiamo sinceramente esaurito le parole. Pertanto, ci limitiamo a rinnovare stima, solidarietà e affetto a Sigfrido Ranucci e alla redazione di Report, ribadendo il nostro sostegno, anche con manifestazioni ad hoc, affinché la libertà d’espressione, che già se la passa piuttosto male, non sia ulteriormente messa in discussione.