L’accordo prevede un parcheggio per i salvati in mare, che poi verranno vagliati per dividere chi ha diritto all’asilo da chi va rimpatriato. Nel suo paese? No, in Italia, perché sono pochissime le nazioni – soprattutto africane – che hanno un trattato bilaterale per il rientro dei loro cittadini.
Insomma, quello che viene venduto come un trasferimento, in realtà è una semplice triangolazione del flusso. Ma tanto basta alla Meloni, in affanno sul tema migrazione, per spacciarsi come pragmatica. La soluzione invece – in un Paese come il nostro dove manca manodopera – sarebbe attivare un percorso basato su accoglienza, formazione, lavoro e integrazione, come sperimentato con successo in altre nazioni. Ma le cose serie costano e noi – con l’evasione che abbiamo – ci possiamo permettere solo diversivi.