Domenica 19 novembre è stato presentato a Roma il nuovo libro del giornalista Paolo Borrometi, appena uscito per Solferino editore con il titolo “Traditori. Come fango e depistaggio hanno segnato la storia italiana”. L’incontro, a ingresso libero, si è tenuto nella Biblioteca Interculturale Cittadini del Mondo, in via Opita Oppio 41. “La mia è una storia alternativa, sotto il profilo giornalistico -spiega l’autore- dei tradimenti avvenuti nel nostro Paese su vicende di mafia, ‘ndrangheta e criminalità organizzata. Sono stati in tanti che hanno tradito le istituzioni e noi cronisti abbiamo il dovere di raccontarlo. Ma tanti anche hanno pagato con la vita la loro fedeltà allo Stato. Ogni cittadino ha il diritto di comprendere la storia del nostro Paese per poterne fare una valutazione e darne un proprio giudizio”.
Borrometi, benché costretto a una vita blindata da oltre dieci anni causa le minacce ricevute, non rinuncia a fare giornalismo d’inchiesta e ci offre quattrocento pagine sulle drammatiche vicende del nostro Paese, affrontate da una prospettiva poco nota al grande pubblico, benché si tratti di vicende conosciute. Dallo sbarco degli americani in Sicilia alla prima vera strage di Stato a Portella della Ginestra -su cui c’è ancora oggi il segreto di Stato- dal sequestro e omicidio di Aldo Moro agli eccidi dell’Italicus, del Rapido 904, di Bologna, Capaci e Via d’Amelio. E ci svela anche storie meno famose, come gli assassinii di Agostino, Mormile, Manca e diversi altri.
“Il racconto di Paolo Borrometi – spiega Stefano Mormile, fratello di Umberto, educatore carcerario assassinato dalla ‘ndrangheta a soli 37 anni a Carpiano, l’11 aprile 1990- è completo, non si limita alla cronaca, prosegue con quello che succede dopo, quello che nessuno dice perché non si può e non si deve dire. Borrometi lo fa, ci fa comprendere perché Peppino Impastato, da spirito libero, diventa un ‘pericoloso terrorista’; come mai Attilio Manca, da ‘geniale medico’, si trasforma in un ‘tossico depresso’; per quale ragione Umberto Mormile, da esemplare servitore dello Stato, diviene un ‘avido corrotto’… E ci rivela l’alchimia con la quale le stragi più efferate sarebbero bollate -secondo alcuni- come il capriccio di feroci criminali e non già, come è assolutamente evidente, il disegno eversivo di poteri nemmeno troppo occulti”.
“Un perfetto capovolgimento -prosegue Mormile, intervenuto alla presentazione del volume con l’autore e la giornalista Rai Michela Mancini- prodotto da abili depistaggi, ‘mascariamenti’ -li chiama il giornalista- di cui, come un autore teatrale, ci svela anche il ‘trucco e parrucco’, ovvero le manipolazioni e i manipolatori. Insomma, decenni di storia d’Italia -la nostra storia – distorta attraverso tecniche depistatorie messe in atto da chi, rappresentando lo Stato e i suoi apparati, dovrebbe difendere la democrazia. Decenni di ‘mascariamenti’ favoriti e alimentati da un’informazione spesso distratta, quando non addirittura complice. E lo vediamo ancora oggi, con la celebrazione di eroi fasulli che, guarda caso, fanno parte proprio di quel sistema di ‘mascariamenti’. Borrometi ci racconta come sono andate le cose, perché ‘saperlo o non saperlo’, e’ la differenza tra democrazia e regime”.
Nell’immagine Paolo Borrometi e Michela Mancini, giornalista Rai