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La giustizia al servizio del Popolo: contro i tentativi di ingerenza politica

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E’ bene sottolineare che i magistrati somministrano la legge ‘‘nel nome del Popolo”. Se si limita la loro libertà di sanzionare i delinquenti solo perché sono politici, saranno le persone normali – il Popolo, appunto – ad essere più esposte al danno. Va in questa direzione la recente volontà di istituire una pagella (fascicolo) per valutare – rectius intimidire – i magistrati, viste le sempre più numerose inchieste che investono personaggi del ”palazzo”.

Prima i politici hanno provato a indebolire la giustizia con apposite carenze di giudici, personale ausiliario e mezzi; poi hanno iniziato a denigrare i magistrati (”toghe rosse”, ”sentenze ad orologeria”, ”uso politico della giustizia”, ecc.).  Ora si passa direttamente a una pseudo-riforma che presume come prova di scarsa professionalità del giudice, la sua sentenza riformata in un grado superiore: una fisiologia del processo scambiata per vizio. Questi ”lacci” sono eversivi perché sono una lesione della sovranità popolare, garantita dal primo articolo della Costituzione.


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