“Siamo il grido altissimo e feroce, di tutte quelle donne che più non hanno voce.” Un grido collettivo, commovente, che si è alzato anche in Piazza del Popolo a Latina. La chiamata in piazza è arrivata da Arci Gay Latina e dal Centro Donna Lilith che da quasi quaranta anni è al fianco delle donne che cercano riparo, ascolto, aiuto come testimoniano gli archivi storici aperti al pubblico proprio questa settimana dopo un lungo lavoro di riordino e collazione. Ragazze, ragazzi, persone di ogni di età si sono riunite in memoria di Giulia Cecchettin e di tutte le vittime di violenza che non riusciamo nemmeno più a contare. Rabbia e dolore ma non rassegnazione. Né per le più giovani che questo mondo sperano ancora di cambiarlo né delle donne più mature che il mondo lo hanno un po’ cambiato con le loro lotte.
C’erano in piazza le forze progressiste della città e un solo consigliere comunale della maggioranza di centrodestra. Peccato, un’altra occasione persa per il centrodestra pontino per la sindaca Matilde Celentano di FdI che dopo il Pride manca un’altra occasione per dimostrare sensibilità verso un tema così sensibile come la violenza contro le donne che pure richiederebbe trasversalità e non steccati ideologici che evidentemente la sindaca non riesce proprio a saltare.
La tragedia di Giulia Cecchettin, la forza di sua sorella Elena, moderna Antigone, che davanti a quel corpo straziato ha trasformato il dolore in un invito alla lotta al patriarcato, a una rivoluzione culturale, hanno scatenato ancor più l’istinto di autoconservazione di chi di quella cultura è impregnato. Dalle accuse ridicole di satanismo, alle critiche per il make up, il look aggressivo, le parole troppe lucide, la capacità inusuale di elaborare ragionamenti anche complessi, abbiamo letto e sentito cose orrende. Elena ha “osato” parlare per sua sorella e per le altre donne.
Il 25 al Circo Massimo ci saremo. Per Giulia sì ma soprattutto per Elena che avrà bisogno di una scorta mediatica per il suo coraggio.