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La bocciatura di Roma come sede dell’Expo 2030: una chance per ripartire

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Non sono triste per la bocciatura di Roma come sede dell’Expo 2030. Anzi, penso che abbiamo scampato un consumo di suolo immane e la realizzazione di opere posticce tipo la Vela di Calatrava, la colossale piscina coperta rimasta incompiuta per un’altra grande iniziativa (Mondiali di Nuoto del 2009).

Penso che un evento straordinario possa migliorare solo una città che abbia una buona gestione ordinaria e una lungimirante idea del proprio sviluppo, altrimenti è un trauma urbanistico. Che stravolge una parte del territorio, senza alcuna attinenza con il resto del tessuto urbano. Roma – più che di grandi eventi – ha bisogno urgente di abitazioni sociali, trasporto pubblico efficiente, cura del verde, manutenzioni ordinarie del proprio patrimonio. Sistemate queste carenze, possiamo pure proporci per grandi eventi. Ma dopo.

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