Nella riunione settimanale di Articolo 21, questa mattina, Vincenzo Vita ha spiegato perché Articolo 21 è “in cammino” insieme alla Cgil e alla Uil nel percorso di contestazione delle politiche sociali che penalizzano il lavoro e mortificano all’inverosimile l’informazione che l’elemento determinante per illustrare cosa succede in Italia in questo momento. L’idea di fondo degli scioperi che stanno per iniziare è quella di coinvolgere “in modo molecolare”, per usare gli stessi termini di Vita, la società italiana con 100 presidi e scioperi articolati per agglomerati regionali. E lo sciopero generale proposto da Cgil e Uil è il demone più temuto dal Governo in carica che dispensa ormai solo post al miele, occupando e oscurando, nel frattempo, tutte le voci minimamente indipendenti. Si è visto cosa è accaduto in Rai dove l’annunciato cambio di narrazione ha prodotto finora lo stop alla narrazione dei fatti. Era dunque inevitabile che il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti attaccasse i sindacati e in specie il segretario della Cgil, Maurizio Landini, accusato di “preparare un week end lungo” (parole del ministro) in vista della prima astensione di venerdì. Le frasi snocciolate da Salvini hanno sempre lo stesso sapore: “lo sciopero blocca l’Italia… penalizza ii cittadini…”. Nessun accenno ai motivi che sono alla base della protesta, ossia salari troppo bassi, tagli alla spesa per i servizi essenziali, precarietà, scarsa sicurezza, fisco iniquo, o meglio, a favore dei più ricchi. Per la cronaca la stagione degli scioperi parte tra poche ore. Infatti si comincia venerdì 17 novembre. Sono previste 8 ore o intero turno di sciopero per tutte le lavoratrici e i lavoratori delle Regioni del Centro Italia con manifestazione a Roma in Piazza del Popolo; interverranno i segretari generali di Cgil e UIL Maurizio Landini e Pier Paolo Bombardieri. Nella stessa giornata, inoltre, le lavoratrici e i lavoratori delle categorie del trasporto, di tutto il pubblico impiego e della conoscenza sciopereranno sempre per 8 ore o intero turno, ma su tutto il territorio nazionale. Su quest’ultimo punto si è scatenata l’ira di Salvini contro la Cgil.