«Andate oltre la tregua e “liberate la Pace”, che sia duratura, con due popoli e due stati!»: si stenderanno in silenzio, avvolti simbolicamente, da lenzuoli bianchi, per opporsi all’orrore della guerra, con un solo imperativo: #FERMATEVI! Nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Napoli, città della pace Unesco, non resta indifferente alla tragedia, che sta devastando i popoli israeliano e palestinese e, con l’appoggio di Amnesty International Italia e Articolo21, fa partire il primo appello italiano per la pace, di artisti, intellettuali, società civile, non solo napoletani, che ritorneranno, sabato 25 novembre alle ore 11, in piazza Vincenzo Calenda 9, antistante al “Teatro Trianon Viviani”. Il gruppo promotore dell’iniziativa, costituitosi immediatamente dopo l’eccidio perpetrato da Hamas il 7 ottobre, si ritroverà si ritroverà nello stesso luogo della partecipatissima iniziativa dell’anno scorso a sostegno delle donne e del popolo iraniano, per dire di nuovo ai belligeranti di deporre le armi, davanti alle atrocità del conflitto in Medio Oriente, mai viste come forma di guerra dei due contendenti contro civili inermi. Secondo stime internazionali attendibili, dall’inizio del conflitto, tra le circa 15000 mila vittime civili innocenti, sono state uccise circa 6000 donne e 5000 bambini e adolescenti palestinesi; 600 donne e 56 bambini sono israeliani, conseguenza del progrom di Hamas.
Nei giorni scorsi lo stesso comitato organizzatore, con capofila Marisa Laurito (direttrice artistica del “Teatro Trianon Viviani”) e formato da Maurizio de Giovanni, Patrizio Rispo, Luciano Stella, Giulia Agrelli, Ottorino Cappelli, Nicola Cotugno, Nino Daniele, Aldo De Chiara, Pasquale De Sena, Marialuisa Firpo, Francesco Forzati, Roberto Giovene di Girasole, Alfredo Guardiano, Leonid Guardiano, Désirée Klain, Eugenio Lucrezi, Andrea Morniroli, Amalia Scielzo, Biancamaria Sparano e Vitaliano Menniti, aveva lanciato l’omonima petizione (#FERMATEVI!), per chiedere un immediato “cessate il fuoco”, sulla piattaforma change.org, attraverso il link https://chng.it/NGPh7wdpwG, che ha raccolto in poche settimane più oltre tremila firme.
Grande l’adesione e tanti i video appelli lanciati sui social da esponenti del mondo della cultura, dello spettacolo e della società civile, da Dacia Marianiad Alessandro Gasmann, continuando con Alessio Boni, Alex Zanotelli, Antonella Morea, Barbara Bonaiuti, Barbara Boncompagni, Ciccio Merolla, Corinne Clery, Cristina Donadio, Daniele Sanzone, Daniele Sepe, Eduardo De Angelis, Enzo De Caro, Enzo Gragnaniello, Fausta Vetere, Francesco Saponaro, Franco Arminio, Geggè Telesforo, Geppi Cucciari, Geppy Glijeses, Gianfranco Gallo, Gigi D’Alessio, Giacomo Rizzo, Gianni Mazza, Gino Simeoli, Gino Rivieccio, Giobbe Covatta, Giorgio Verdelli, Iaia Forte, Joe Barbieri, Leo Gullotta, Lello Arena, Lello Giulivo, Maria Grazia Cucinotta, Mario Maglione, Massimo Andrei, Maurizio Casagrande, Maurizio de Giovanni, Maurizio Palumbo, Mimmo Iodice, Patrizio Rispo, Piero Chiambretti, Sandro Dionisio, Sandro Ruotolo, Sergio Cammariere, Stefano Sarcinelli, Tosca.Hanno firmato l’appello, tra gli altri: Alessandro Dalai, Alfonso Artiaco, Angela Tecce, Anna Melato, ANT (Assoc. Transessuali Napoli), Antonio Casaccio, Antonio Lucidi, Asso. Gio. Ca Gianfranco Wurzburger, Canio Lo Guercio, Chiara Baffi, Claudia Cortellesi, Claudio Migliore, Davide Iodice, Diego Guida, Federico Monda, Ferdinando Bideri, Fiorenza Calogero, Gino Aveta, Giuseppe Zeno, Giovanni Anzaldo, Giuliana Muscio, Imma Battaglia, Isabella Russinova, Ippaso Katia, Laura Onofri, Laura Trisorio, Lello Iovine, Maddalena Venuso, Marco Simeoli, Marta Bifano, Pasquale Esposito, Raffaele Converso, Radio Kiss Kiss, Riccardo De Luca, Roberto Colella, Sandro Scuotto, Tonino Di Ronza, Yuri Gugliucci.
“Assistiamo a un conflitto di una gravità senza precedenti – si legge nella petizione – in cui la strage di civili inermi su larga scala sembra essere la regola o addirittura un obiettivo strategico per entrambe le parti in guerra, in violazione dei principi umanitari e del diritto internazionale. Sappiamo bene che le parole non riporteranno in vita i morti; non cureranno i feriti; non ricostruiranno le città e i villaggi distrutti. Ma possono servire a ricordare come sulla comunità internazionale e su ciascuno di noi incomba la responsabilità di fare tutto quanto sia necessario per fermare il conflitto in corso. Violenza chiama violenza, mentre solo il dialogo teso alla ricerca ostinata di ciò che unisce, piuttosto di quello che divide, potrà garantire un futuro di pace e giustizia per tutti. Per questo chiediamo ai contendenti e a chi ne ratifica i comportamenti FERMATEVI!”.
Link con video testimonianze sulla pagina facebook di #FERMATEVI!
https://www.facebook.com/Fermatevi/videos