“Oggi, con un difficile governo di coalizione, alziamo un muro contro l’avanzata della destra: durante tutto il periodo in cui sarò premier tutta la forza dello Stato si dedicherà a difendere la democrazia e l’uguaglianza tra i cittadini”.
Queste parole di Pedro Sanchez, nuovamente ( e fortunatamente anche per noi) capo di governo della Spagna, dovrebbero essere prese a modello dalle forze di sinistra del nostro paese, anzi dalle forze di centro sinistra. Perché la democrazia è un valore ben superiore a quello dei voti al proprio partito, alla carriera dei parlamentari, al successo personale. E la politica, dai tempi della Grecia antica, è arte del compromesso e della mediazione. Se manca la politica – come manca da anni in Italia – prevale il populismo, il nazionalismo, e infine il comando.
A tanti, me compresa, è molto dispiaciuto che i leader del Partito Democratico, del Movimento 5 stelle e anche di Azione non fossero in nessuna piazza e in nessun presidio in occasione di questa prima giornata di sciopero generale indetto da CGIL e UIL e ferocemente contrastato dal governo Meloni con l’intento, dichiarato, di dare un nuovo scossone alla carta costituzionale, ormai palesemente il principale nemico da abbattere per il governo di estrema destra che troppi continuano a definire conservatore. E’ ben di più, e di peggio.
E dunque qualsiasi piazza reale e virtuale dovrebbe essere occasione di partecipazione di chi vuole salvare la Costituzione e la democrazia della nostra Italia. E a maggior ragione dovrebbe esserlo per chi ha responsabilità politiche e si oppone a questo governo. Non bastano i presidenti di Regione, i sindaci, le delegazioni: un popolo ha bisogno di vedere i leader, di riconoscersi, di identificarsi.
Da tempo in molti sentiamo e vediamo un popolo di sinistra che si sente almeno in parte orfano ed è ormai certificato che questa debolezza, questa frantumazione, sono il maggior alleato del governo Meloni. Certo, la vicinanza delle elezioni europee proporzionali non aiuta, sappiamo anche questo. Non aiutano i retroscenisti del nostro mestiere che filosofeggiano su un Landini capo delle opposizioni. Ma la libertà, in una situazione che sta sempre più diventando stato di polizia, indebolimento dei più deboli e dei più poveri, attacco ai diritti civili, non dovrebbe essere l’obiettivo principale e forse unico di una forza politica democratica? Lo scrivo con profonda amarezza. E non ometto che Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli erano invece in piazza del Popolo a Roma.