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Oggi incontro di Articolo 21 con Roberto Zaccaria sul suo nuovo libro e su questo tempo “incerto”

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Arriva nelle librerie il prossimo 15 novembre il nuovo libro di Roberto Zaccaria, “Un professore chiamato presidente“. Un libro di “memorie disordinate” come le definisce lo stesso autore, “tessere di un mosaico” come le definisce Walter Veltroni che ha scritto la prefazione. Sono ricordi, immagini e aneddoti di un uomo che ha vissuto in prima persona fatti della nostra storia recente e conosciuto i suoi protagonisti. Il percorso universitario, il ’68, i lunghi anni passati in Rai dall’inizio della tv a colori alla vigilia dell’editto bulgaro, le tre legislature in Parlamento tra Berlusconi, Prodi e Monti, costituiscono la trama di questi ricordi. Roberto Zaccaria è ciò che si direbbe “un caro vecchio amico” di Articolo 21, giornalista, professore ordinario di Diritto Costituzionale e, dal 2014, Presidente del Consiglio Italiano per i Rifugiati. La sua partecipazione alla festa di Articolo 21 a luglio scorso è stata proprio l’occasione per parlare di rifugiati e capire il fenomeno oltre ogni ideologia e pregiudizio. Domani mattina Roberto Zaccaria parteciperà alla riunione settimanale di Articolo 21 per parlare del suo ultimo libro. E di questo tempo incerto.

Riportiamo di seguito lo stralcio iniziale della prefazione al libero curata da Walter Veltroni.

Memorie disordinate”, così Roberto Zaccaria ha voluto definire, nel sottotitolo, questo libro che ripercorre la sua vita, anche se l’intento dichiarato fin dall’inizio non era la scrittura di una vera e propria autobiografia. In realtà, è vero che le tessere che lo compongono sono
molto ricche e varie, e si alternano, a volte mischiandosi, in modo tutt’altro che scontato e prevedibile. E però è altrettanto vero che il mosaico che ne emerge è ben visibile e compiuto. Segno di un’intima e profonda coerenza che, per quanto ho avuto modo anche io di sperimentare più volte nel corso di tanti anni, non l’ha mai abbandonato. La coerenza, insieme alla curiosità intellettuale e alla competenza di studioso, alla passione civile e politica, alla spiccata umanità, sono i tratti più marcati di Roberto, quelli che l’hanno guidato nelle diverse esperienze che hanno contraddistinto il suo percorso personale e professionale. Da “spettatore”, come con elegante understatement scrive
lui stesso. Ma anche, indiscutibilmente, da “protagonista” di tante pagine della nostra vita pubblica e in particolare della vicenda di quell’azienda che entrambi abbiamo amato a lungo, la Rai…


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