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Una lezione di coraggio contro la guerra

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Una lezione di coraggio, dignità, piena coscienza dei propri diritti da parte di comuni cittadini; una sberla contro la sonnolenza, la rassegnazione, la passività di buona parte della politica italiana e dell’informazione contro la protervia e l’arroganza di chi si ritiene e si comporta come un nuovo, intoccabile padrone.
La lezione viene da dove meno te lo aspetti. È accaduto due giorni fa a Tel Aviv, nell’ospedale Assaf Harofeh.

La ministra dell’ambiente del governo Netanyau si presenta per portare la vicinanza dell’esecutivo ai feriti e ai loro familiari. Appena viene riconosciuta, un gruppo di persone la contesta aspramente al grido di “Avete distrutto questo Paese” e “Come non ti vergogni di fare un’altra guerra?”. Infine un medico la invita ad andarsene. Invito che lei accoglie senza protestare o far intervenire i suoi guardaspalle.
Come è venuta fuori questa notizia da un Paese che si dichiara in guerra e che quindi dovrebbe dimostrare la massima compattezza intorno ai governanti? Perché un giornalista ha fatto fino in fondo il suo mestiere. Meir Marciano, inviato dell’emittente israeliana Canale 13, ha ripreso la vicenda e diffuso il video che l’ha documentata.
In Italia, come, chi, ne ha parlato?

Assolutamente muta la Rai, le uniche due fonti giornalistiche che se ne sono immediatamente occupate sono state la 7 e Sky Tg 24. Mutismo informativo forse dettato dalla vergogna per il confronto con il giornalista israeliano, o forse per non dispiacere alla Presidente del Consiglio, così sollecita a sostenere la guerra.
Il coraggio di quei cittadini israeliani qualcosa dovrebbe dire anche ai troppo silenti politici italiani, impegnati nell’equilibrismo tra le posizioni, mentre i morti si contano a migliaia e si dimostra la totale impotenza dell’Onu a fronte del compatto fronte di alleati di Israele con l’ipocrita dichiarazione di disponibilità alla soluzione diplomatica che forse avrà spazio solo dopo che sarà stata completamente spianata Gaza.
Quanto ai governanti, altro che il rispetto di quella ministra verso chi l’ha contestata. I nostri rispondono attaccando tutti quelli che in qualche modo propongono visioni del mondo diverse dalla loro. I magistrati che fanno il loro dovere applicando le leggi costruite sulla Costituzione, vengono accusati di ideologismo e invitati a dimettersi; i giornalisti sommersi da querele bavaglio; Saviano, al quale viene riconosciuto l’alto valore del suo impegno sociale, viene comunque condannato, nel clima politico nel quale siamo immersi, per aver semplicemente esercitato il suo diritto di critica; quell’orrendo provvedimento dei cinquemila euro richiesti ai profughi per sfuggire ai CPR non solo non viene ritirato, ma spinge ‘autorevoli’ commentatori a discettare sulla sua funzione, invece di pronunciarne una durissima condanna, non fosse altro che per ragioni etiche.
Ebbene, queste che sono solo le punte di un iceberg sempre più grande e preoccupante, come vengono affrontate dalla maggior parte della politica, dell’informazione, dell’‘intellighenzia’ nostrana’? Come fa il rospo nell’acqua bollente mirabilmente descritto da Chomsky e su questo stesso sito efficacemente ricordato da Enzo Nucci.
Solo gli studenti, la Cgil e tante, tantissime associazioni, stanno mostrando segni di insofferenza e di reazione. Alla contestazione fatta dagli studenti a Torino la premier certo non ha risposto come la ministra israeliana. Ha mandato gli agenti a pestare i ragazzi. Ma non c’è solo l’ostentazione della forza, c’è anche la subdola occupazione del potere.

Qualche giorno fa in rete è comparso il vecchio monoscopio della Rai, quello che veniva utilizzato anche per le regolazioni dei televisori, con sovrimpresso, in basso, la fiamma tricolore di Fdi, ex Msi. Eccessivo? Non credo, soprattutto se si confrontano i prodotti televisivi attuali a quelli di qualche anno fa. Pensiamoci bene. Risulta che qualche comico in Rai abbia il coraggio di attaccare qualunque cosa di questo governo, anche le più ridicole, come i poveri che mangiano meglio dei ricchi, o la sostituzione etnica? La strada seguita dal potere è: colpirne uno per educarne cento, dai vignettisti querelati, ai conduttori cacciati o costretti ad andarsene.

Dove sono i Corrado Guzzanti che attaccava impunemente le incertezze di Prodi o la sorella Sabina che se la prendeva senza risparmio con D’Alema? E i programmi di Serena Dandini? Lottizzazione? Quella era una dimostrazione di spiriti liberi che oggi vengono cancellati. Oppure ne arruoleranno qualcuno. Come fu con Ettore Petrolini che, in pieno fascismo, tutelato da Bottai, poté permettersi di fare una dura satira contro l’ossessione del comando vestendo i panni di Nerone.

L’invocazione alla pace di quei cittadini israeliani dovrebbe diventare un manifesto valido contro tutti i 170 conflitti in atto nel mondo, secondo quello spezzettamento che Papa Francesco definisce come Terza Guerra Mondiale. Se le superpotenze hanno cancellato qualunque finzione dell’Onu, quando sarà costruito un nuovo organismo superpartes capace di fermare lo strapotere dei venditori di morte che continuano ad arricchirsi costruendo e vendendo armi?


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