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Sotto processo la giornalista che ha fatto riaprire il caso Pecorelli. Il 18 ottobre udienza a Verona

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Riprende domani, 18 ottobre, davanti alla sezione penale del Tribunale di Verona il processo a carico della giornalista Raffaella Fanelli, imputata per diffamazione a mezzo stampa, accusa sostenuta dal pubblico ministero Marco Zenatelli, che durante la fase delle indagini preliminari aveva ritenuto fondata la querela a carico della stessa Fanelli sporta dalla figlia di Paolo Signorelli. Quest’ultimo è stato un elemento di spicco dell’estrema destra degli anni ’70-’80, ha militato nel Movimento Sociale Italiano e  in Ordine Nuovo. Fanelli aveva riportato le parole di Vinciguerra su un portale on-line di Verona. “Nell’ambito di una lunga inchiesta sulla morte del giornalista Mino Pecorelli, uno dei gialli politici irrisolti più scottanti della Storia italiana, sono accusata – spiega la giornalista – di aver riportato le dichiarazioni dell’ex terrorista nero Vincenzo Vinciguerra. Il quale intervistato da me, a favor di telecamera, nel carcere milanese di Opera, parlò del legame coi servizi segreti proprio di Paolo Signorelli. Un personaggio noto alle cronache giudiziarie e non solo poiché condannato in via definitiva per associazione sovversiva e banda armata. Quella intervista peraltro spinse persino la procura di Roma a riaprire il caso dell’omicidio di Pecorelli, all’epoca direttore del settimanale di inchiesta “Op”.

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