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Pertini è divisivo, se sei fascista

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«Abbiamo altre priorità». Con questa scusa il 17 ottobre la maggioranza di centrodestra che governa la città di Lucca ha negato una strada o una piazza della città a Sandro Pertini. Il sindaco Mario Pardini e la sua coalizione – Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia – hanno votato contro la mozione proposta dal centrosinistra. Ha vinto la linea dell’assessore Fabio Barsanti, ex Casapound oggi esponente della lista “Difendere”.
Chi difende Barsanti? Da cosa? È l’uomo che nel 2019 si definì «fascista senza se e senza ma», lo stesso che lo scorso febbraio ha teorizzato sui social «l’uccisione della sinistra», salvo poi liquidarla come una “metafora”. Aveva scritto questo, sulla sinistra: «… ormai sempre più lontana dalla realtà, politicamente agonizzante. Starà alla bravura del centrodestra ucciderla definitivamente, ma per farlo occorre affrontarla e combatterla sui terreni dov’è dominante: cultura e informazione».
Così, tra le urla dell’assessore ex Casapound, gli sghignazzi dei colleghi, le grida del motto fascista “A noi!” del capogruppo di Fratelli d’Italia e il silenzio del sindaco, Sandro Pertini è stato sbattuto fuori dalla città. Non c’è posto per un partigiano, a Lucca.
La spiegazione ufficiale, data dal consigliere di Forza Italia Giovanni Ricci, non si sforza neanche troppo di nascondere la realtà: «L’amministrazione ha fissato una road map che contiene priorità differenti. Quanto viene chiesto poteva essere fatto dai proponenti durante il periodo in cui hanno governato la città, nella precedente amministrazione. Non vediamo il motivo per cui oggi debbano chiederlo a noi dopo che per dieci anni hanno intitolato piazze, vie e monumenti ad altre figure».
Come avrebbe commentato tutto questo Sandro Pertini? Il Pertini che, dopo la strage di Piazza Fontana e la morte di Pinelli, rifiutò la stretta di mano al questore di Milano Marcello Guida, prima carceriere al confino di Ventotene. Il Pertini che non ha mai accantonato la pregiudiziale antifascista perché «il fascismo – diceva – non può essere considerato una fede politica… il fascismo è l’antitesi di tutte le fedi politiche, perché opprime le fedi altrui». Come avrebbe commentato? Probabilmente ricordandoci che  «nella vita a volte è necessario saper lottare, non solo senza paura, ma anche senza speranza».

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