(Parigi). Una telefonata minatoria che avverte di lasciare immediatamente la zona e dirigersi verso sud perché l’esercito sta per bombardare la zona e quindi anche la sua casa dove la giornalista vive con i suoi familiari. E’ quanto accaduto alla corrispondente di Al Jazeera a Gaza Youmna ElSayed che si trova attualmente in pericolo di vita a causa dei bombardamenti israeliani e ha ricevuto l’ordine perentorio di andarsene.
La notizia, data da Al Jazeera, è stata confermata dall’International Press Institute (IPI): “IPI – si legge nella nota diramata dall’organizzazione giornalistica internazionale -chiede all’esercito israeliano di astenersi immediatamente da qualsiasi azione che metta a rischio la vita e l’incolumità fisica dei giornalisti a #Gaza e di fermare tutti gli attacchi alle infrastrutture dei media”.
Secondo Al Jazeera, che per prima ha lanciato l’allarme, il marito di Youmna ElSayed ha ricevuto una telefonata nella giornata di lunedì in cui gli è stato intimato di fuggire da Gaza City e dirigersi a sud, “anche se non ci sono vie di fuga sicure dalla zona”, spiega Al Jazeera. La giornalista ElSayed ha raccontato che la telefonata proveniva da un numero privato. “L’interlocutore si è rivolto a mio marito con il suo nome e cognome e gli ha detto: “Sono l’esercito israeliano, vi stiamo dicendo di evacuare a sud perché nelle prossime ore sarà molto pericoloso nella zona in cui vi trovate”. El Sayed ha spiegato che nell’edificio vivono attualmente sette famiglie, composte da circa 100 persone, ma solo la sua è stata contattata. “Nessuna delle altre sei famiglie ha ricevuto una chiamata di avvertimento dall’esercito israeliano, come noi, quindi questa è stata una minaccia diretta solo a noi, alla nostra famiglia”.
In un comunicato, Al Jazeera ha dichiarato di “condannare la minaccia israeliana” nei confronti di ElSayed e della sua famiglia. “Questa vile minaccia arriva solo pochi giorni dopo l’uccisione indiscriminata della famiglia del giornalista di Al Jazeera Arabic, Wael al-Dahdouh, a cui è stato chiesto di spostarsi a sud prima di essere bombardati”.
Nella giornata di lunedì, i carri armati israeliani hanno raggiunto la periferia di Gaza City e hanno brevemente tagliato la strada principale che collega il nord della Striscia al suo sud. “Non so quanto sarebbe sicuro prendere la nostra auto e partire per guidare sotto questi pesanti bombardamenti. È molto rischioso, non sembra affatto sicuro”, ha detto ElSayed, aggiungendo che i continui bombardamenti nel sud non offrono alcuna garanzia che le persone che si spostano lì siano al sicuro.
Nel frattempo, almeno 31 giornalisti sono stati uccisi dall’inizio della guerra: 26 palestinesi, quattro israeliani e un libanese, secondo l’ultimo computo stilato dal Committee to Protect Journalists. Un tributo di sangue altissimo in una guerra cieca e apparentemente senza uscita che fino ad ora ha fatto oltre 9.000 morti.
@marco_cesario