Il presidente del Senato, particolare essenziale, ha anche auto prodotto un’intervista, il suo portavoce ha letto le domande e lui si è auto risposto, senza contraddittorio e senza mediazione alcuna, naturalmente senza vergogna e senza senso del ridicolo e del decoro istituzionale.
Si tratta di un precedente gravissimo che va oltre anche le cassette autoconfezionate da Silvio Berlusconi che, almeno, non faceva neppure finta di rispondere alle domande.
La redazione di Report ha denunciato, ma non ha cancellato nulla, facendo prevalere il diritto alla conoscenza sulla richiesta di auto oscuramento.
Quanto è accaduto non riguarda solo Report, Sigfrido Ranucci, la sua redazione. No, la ferita che si è aperta riguarda la Costituzione, la libertà di informazione, riguarda anche chi crede di essere al riparo perché ha scelto di diventare lo zerbino di questa destra dai tratti fortemente nostalgici e illiberali.
Non basta più l’indignazione, serve una grande manifestazione nazionale che chiami in piazza non solo chi ha già subito le “querele bavaglio”, ma anche chi non intende abbandonare la via maestra segnata dalla Costituzione antifascista.
Articolo 21 ci sarà sempre,comunque, dovunque,
Quelle minacce a Report meritano una risposta unitaria, non solo da parte delle associazioni dei giornalisti, ma anche dai cittadini minacciati nel loro diritto ad essere informati,
L’Italia, con la querela annunciata da La Russa, ha conquistato il primato europeo per il numero di esposti presentati da rappresentanti delle istituzioni e del governo, superando anche Ungheria e Polonia,
Chiediamo a tutte le forze di opposizione,in Italia e nel parlamento europeo, di condividere una comune battaglia e di chiedere che l’Italia sia sottoposta, sul tema dei diritti e delle garanzie, alle medesime procedure che hanno riguardato Ungheria e Polonia, non a caso amico e sodali della destra di casa nostra.
(Disegno di Alekos Prete)