Non solo Catania. Anche il Tribunale di Firenze smaschera le illegittimità dell’ultimo decreto del Governo sull’immigrazione con una sentenza nella quale si riconosce che la Tunisia non è un Paese sicuro per il rimpatrio dei migranti. Un verdetto articolato che smonta nel dettaglio l’impostazione stessa delle nuove norme. Nello specifico il collegio presieduto dal giudice Luca Minniti ha annullato l’espulsione di un migrante tunisino, cui era stato negato lo status di rifugiato dal Ministero dell’Interno; nello stesso provvedimento si afferma la competenza dei giudici a valutare il contenuto e l’effetto dell’applicazione della norma e nel merito viene sottolineato che “il sacrificio dei diritti dei migranti richiedenti asilo non esonera il giudice dal generale obiettivo di verifica e motivazione in ordine ai profili di sicurezza del Paese“. Viene altresì descritta come “una grave crisi democratica” quella che vige in Tunisia. Il ricorso presentato dal cittadino tunisino che aveva chiesto il riconoscimento dello status di rifugiato descrive peraltro una condizione che non riguarda lui personalmente ma l’intera collettività del suo Paese. La sentenza del Tribunale di Firenza è molto articolata e analizza numerose fonti indipendenti ponendole a supporto della decisione. Viene per esempio analizzata la scheda sicurezza della Tunisia, aggiornata al 28/10/2022, nella quale “si può vedere come l’Amministrazione (dello Stato italiano ndc) abbia già valutato in parte alcuni degli eventi di crisi sociopolitica citati dal ricorrente all’interno dei suoi atti difensivi. Ed in specie l’Amministrazione ha tenuto conto della grave crisi democratica che investe la Tunisia e dell’impatto che essa ha sul suo ordinamento giuridico, e sull’applicazione della legge all’interno di un sistema democratico”. E tuttavia non ha agito di conseguenza, avendo poi inserito la Tunisia tra i Paresi cosiddetti sicuri. Si ricorda nella sentenza che il “Presidente Saïed ha adottato nei mesi scorsi un decreto con il quale ha unilateralmente destituito 57 giudici”. Un elemento di valutazione essenziale ai fini della qualificazione della democrazia. I giudici fiorentini citano un elenco impressionante di dossier di osservatori internazionali tra cui Amnesty che forniscono un quadro del tutto difforme da quanto sostenuto dal Ministero dell’Interno nel proprio diniego alla richiesta di asilo del cittadino tunisino. C’è anche un passaggio che riguarda il voto in Tunisia. Eccolo: “Quanto poi alle elezioni svoltesi il 17 dicembre 2022, deve rilevarsi come risulti che Saïed abbia sostituito il comitato esecutivo dell’ISIE (organo indipendente di controllo delle elezioni) con persone di sua fiducia e l’organismo, nella nuova composizione, sia stato incaricato di organizzare sia le elezioni che il referendum. Con il referendum costituzionale inoltre è stata modificata la modalità di elezione dell’ISIE, la quale non è più disciplinata dalla Costituzione secondo una procedura vincolante. Oggi i membri dell’organismo di controllo possono essere nominati con legge ordinaria, o decreto presidenziale”. C’è poi il giudizio dell’Europa. “Preoccupazione, in data 17.07.2023, è stata condivisa dalla Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, in una relazione relativa alla conclusione di un memorandum d’intesa tra i paesi Unione Europea e Tunisia – che prevede, tra l’altro, una più stretta cooperazione in materia migratoria – ha sottolineato come sia necessario “insistere su una chiara tutela dei diritti umani in qualsiasi ulteriore cooperazione in materia di migrazione con la Tunisia”; “La tutela globale dei diritti umani deve essere parte integrante di qualsiasi attività di cooperazione in materia di migrazione tra gli Stati membri del Consiglio d’Europa e i paesi terzi, compresa la Tunisia. Tali garanzie dovrebbero garantire che il sostegno non si traduca, direttamente o indirettamente, in violazioni dei diritti umani da parte di tali paesi terzi. Le gravi violazioni dei diritti umani contro i rifugiati e i migranti denunciate di recente in Tunisia non fanno altro che rendere più urgente l’inclusione di tali garanzie”.
Il Governo italiano, come si sa, ha recentemente aggiornato la lista dei Paesi sicuri, includendo anche la Tunisia, un modo per limitare gli arrivi.