BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Il calcio “incastrato” nel meccanismo dei soldi. E la vittima è il sentimento dei tifosi

0 0
Il calcio è un business che si fonda sui sentimenti. Perché l’amore dei tifosi per la propria squadra è un sentimento. È attraverso quella passione che si forma il business. Il tifoso compra biglietti e abbonamenti TV e le televisioni comprano diritti di trasmissione. E il calcio si arricchisce. O meglio, dovrebbe. Perché il realtà il calcio spende malissimo quei soldi derivati dalla passione, va in crisi economica e di risultati. E il “rosso” sui bilanci raramente porta ad un cambio di passo, a maggiore attenzione alla spesa. Al contrario, quel rosso, porta alla ricerca di altri soldi. E se questi soldi arrivano da paesi dove i diritti umani sono calpestati, il calcio, semplicemente, gira la testa dall’ altra parte. Che si tratti di Qatar o di Arabia Saudita. Una strategia che lo allontana dai valori. Valori senza i quali lo sport non può sopravvivere. Può trasformarsi in altro, al contrario: in puro spettacolo, intrattenimento al servizio delle TV. Lo sportwashing è questo: pagare per utilizzare il calcio, sfruttarlo per nascondere la polvere sotto il tappeto. Una polvere fastidiosa per i regimi che non rispettano i diritti umani.

Il calcio ha di fronte a sé una scelta: continuare ad essere sport ed esportare valori, o diventare sempre più una macchina mangiasoldi vorace ed incontentabile?
Una voracità che produce vittime anche all’ interno del suo stesso mondo. È davvero difficile comprendere come un calciatore prenda a calci il suo futuro, anziché il pallone, cadendo nella rete delle scommesse illecite. Ingordigia? Ludopatia? Qualunque sia la ragione di scelte così autodistruttive sarà la magistratura ordinaria e sportiva a stabilire se esistono reati o illeciti.
Ma ancora una volta la vittima vera è il sentimento del tifoso di calcio. Deluso anche dai suoi campioni.Tirare ancora la corda potrebbe essere assai pericoloso. Se si spegnesse la passione potrebbe spegnersi anche il business. O perlomeno uscirne profondamente ridimensionato.

Iscriviti alla Newsletter di Articolo21