Forse mi sono distratto, forse qualche voce è stata zittita o messa in sordina, ma la Commissione Parlamentare di Vigilanza della Rai ha avuto qualcosa da dire sulla partecipazione di Fabrizio Corona ad uno dei nuovi e pubblicizzatissimi programmi dell’Azienda? Oppure i dirigenti aziendali possono ricorrere al valore della parola ‘etica’ solo quando fa comodo e senza che subiscano obiezioni?
Roberto Sergio, che da cinque mesi è amministratore delegato della Rai, solo due mesi dopo l’assunzione dell’incarico ha trovato modo di bloccare ben quattro puntate di ‘Insider’, il programma di denuncia della criminalità ideato e condotto da Roberto Saviano, utilizzando questa espressione “Uso di un linguaggio non compatibile con il codice etico”. Stesso linguaggio definito, all’opposto, di ‘alto valore sociale’ da un tribunale che pure – inventandosi una soluzione abbastanza sorprendente – ha voluto infliggergli una multa di mille euro per diffamazione di Giorgia Meloni grazie all’incauta interpretazione al femminile singolare della parola ‘bastardi’ usata dal giornalista.
Certo, due situazioni diverse, ma davvero si può credere che improvvisamente uno scrittore, un giornalista, un intellettuale come Saviano modifichi il suo stile, il suo linguaggio, per un programma articolato in quattro puntate e già pronto per la messa in onda? Se quel che dice e scrive è ritenuto di ‘alto valore sociale’ da un giudice che pure lo condanna per l’uso della parola ‘bastardi’, cosa può aver detto di tanto grave in un articolato approfondimento?
Legittimo il dubbio che ‘la scelta aziendale’ dichiarata sia stata invece una decisa scelta politica per tutelare chi o cosa nascosti sotto il termine ‘istituzioni’.
Nessuna perplessità, o incertezza, è invece sorta nell’ospitare un principe dei comportamenti ai limiti se non proprio contrari all’etica come Fabrizio Corona. E non solo da parte della dirigenza Rai, visto che gran parte dell’informazione si è posta solo il problema di quanto sia costata l’ospitata dell’instancabile fotografo avventuriero, campione di scoop rosa e/o scandalistici.
Quale la ricaduta d’immagine? Quale il messaggio che è arrivato, soprattutto ai più giovani, sul fatto che un pluripregiudicato possa permettersi di diventare ospite di punta di una trasmissione Rai in prima serata?
L’etica una coperta corta, o strattonata a seconda degli interessi di parte? E cosa pensare del destino della principale azienda culturale italiana che mentre ostacola in tutti i modi i programmi di informazione al di fuori dei controllatissimi TG, apre spazi sconfinati e senza controlli al gossip?
Saviano e Corona diventano dunque i simboli contrapposti di un modo non dichiarato di affossare la Rai, di snaturarla, di ridurla a poltronificio in omaggio a chi comanda oggi. E il problema non riguarda solo il futuro dei dipendenti. Riguarda noi come cittadini che hanno sempre affidato alla Rai un compito importante: ampliare, diffondere senza pregiudizi le conoscenze sul sapere, il mondo, i popoli, le culture. Cosa ne sarà di tutto questo?