La frase più forte della conferenza stampa che esamina il via libera della Corte Costituzionale al processo per gli imputati dell’omicidio di Giulio Regeni viene pronunciata dal legale della famiglia del giovane ricercatore ucciso in Egitto, l’avvocato Alessandra Ballerini. “L’Egitto non collabora. Se collaborasse ci consegnerebbe i 4 imputati. Aspettiamo le motivazioni della Consulta sul provvedimento. Sul reato di tortura è prevista una collaborazione tra Stati ed in questo caso l’Egitto appare come il mandante dell’omicidio di Giulio. Se non collaborano vuol dire che sono dei vigliacchi. Ci aspettiamo che, alla luce del provvedimento della Consulta, vengano sbloccati tutti gli impedimenti che si sono verificati. Nell’ordinanza del Gup Ranazzi vengono evidenziati aspetti incostituzionali. Elementi questi che non possiamo permettere che si verifichino. Dal Cairo abbiamo ricevuto settembre un comunicato che spiega come Giulio sia stato ucciso come un egiziano vittima di sparizione forzata. Ma noi abbiamo fiducia che quei 4 funzionari che lo hanno ucciso, finalmente paghino“. Alla conferenza che si è tenuta poche ore fa presso l’Ordine Nazionale dei Giornalisti a Roma i genitori di Regeni sono arrivati accompagnati dal coordinatore dei presidi di Articolo 21, Giuseppe Giulietti. Nella sala, gremita di cronisti, c’era anche la segretaria del Pd Elly Schlein. “La ricerca della verità fa parte dei doveri dei giornalisti – ha detto Giulietti – con il Presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e con il consiglio continueremo la scorta mediatica. Riprenderemo insieme anche la lotta per la verità sulla morte di Ilaria Alpi”. “La verità si ottiene non soltanto con la magistratura ma anche con il nostro impegno, senza verità non c’è giornalismo“, ha aggiunto il Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti italiani.
“La decisione della Consulta è un passo importante. Siamo qui con voi dopo un provvedimento importante della Corte Costituzionale. Una decisione che restituisce dignità a Giulio. Ho visto finalmente quella bilancia che si è riequilibrata. Ringraziamo il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi e l’aggiunto Sergio Colaiocco per come stanno seguendo la vicenda. Chiediamo alla stampa di rimanerci accanto e continuare con la scorta mediatica”, ha detto il padre di Giulio Regeni. “La nostra contentezza è vedere voi giornalisti e tutto il popolo giallo come avete combattuto e lottato con noi per la verità è la giustizia per Giulio. Quest’anno il turismo con l’Egitto è salito notevolmente da parte degli italiani, chiediamo coerenza nelle scelte. Gli egiziani non hanno capito che Giulio era un ricercatore. Per questo l’Egitto è un paese pericoloso”, ha aggiunto la madre, Paola Deffendi.
“Questo processo si farà. Lo abbiamo sempre sostenuto e continueremo a farlo. Servirà a rendere giustizia a Giulio ma anche alle altre vittime di sparizioni forzate che sono avvenute in Egitto”, ha affermato Elly Schlein