A mani nude e piedi scalzi tra le fiamme dell’autobus precipitato dal cavalcavia di Mestre per salvare quante più persone potevano. Si chiamano Boubakar Toure e Godstime Erheneden e sono i due operai «eroi» che per primi hanno dato soccorso alle vittime della tragedia in cui hanno perso la vita 21 persone. Il primo da dieci anni in Italia, gambiano, si occupa di ponteggi, ha tratto in salvo quattro persone, tra cui una bambina. Il secondo, viene dalla Nigeria e di mestiere fa il saldatore. Entrambi sono operai della Fincantieri.
Racconta Boubakar: “Avevano bisogno di aiuto. Se qualcuno ha bisogno di aiuto, bisogna agire” ha risposto alle domande del reporter di Fanpage.it che gli chiedeva se avesse avuto paura. “Ho provato ad intervenire usando un estintore dei pompieri, poi sono arrivati i carabinieri e con loro abbiamo tirato fuori dal bus alcune persone”.
L’ustione alle mani
Come riportato dal Corriere Veneto, durante i disperati tentativi di salvataggio, Boubakar (che è diventato padre da pochi giorni) si è ustionato le mani: «Volevo salvare ancora quelle persone che gridavano, ma le fiamme stavano crescendo e sono diventate troppo alte. Mi sono dovuto arrendere. Godstime invece è rimasto a piedi nudi: nel trambusto ha perso le sue scarpe, rimaste chissà dove vicino alla carcassa dell’autobus bruciato. Per molti, i due coinquilini Boubakar e Godstime sono stati degli «eroi».
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