Ieri a Roma ho partecipato da cronista ad un funerale: il 78esimo funerale di una donna massacrata da un uomo da inizio anno. Non sarà l’ultimo perché tra qualche giorno, in Sicilia, si celebrerà il 79esimo funerale di una donna massacrata da un uomo da inizio 2023.
Rossella Nappini e Marisa Di Leo due donne con in comune non solo la stessa find ma anche la stessa luce che mandano tutte le donne che hanno voluto e saputo conquistare la propria indipendenza lottano conto i fantasmi di un passato in cui avevano amato l’uomo sbagliato.
La prima, splendida mamma cinquantenne di due ragazzi, aveva avuto una relazione con quello che un giorno sarebbe stato il suo carnefice. La seconda splendida quasi quarantenne, mamma di una bimba di 4 anni, dopo un lungo periodo di infelice convivenza, si era separata da quello che sarebbe poi stato il suo carnefice.
Rossella era un’infermiera in servizio all’ospedale San Filippo Neri di Roma, Marisa si occupava di marketing in un’azienda vinicola del trapanese. Entrambe autonome, attive contro la violenza sulle donne, entrambe come tante altre avevano denunciato uomini che le perseguitavano, entrambe erano “affamate di vita” (come ha detto il vescovo che la pronunciato l’omelia alla messa per Rossella) e volevano essere donne libere. È questa fame di vita e di libertà che alcuni uomini non riescono a sopportare. Quei sorrisi e quegli occhi che brillano di luce propria che loro non riescono a spegnere. É questo uno dei principali motivi che inducono al femminicidio: la rabbia del maschio verso quella che si considera “sesso debole” , dipendente e sottomessa al “sesso forte” .
Non importa in quale luogo o ceto sociale sia nato il maschio assassino. Questo sentimento di sopraffazione del maschio sulla donna é transnazionale. Non riconoscerlo fa male alla prevenzione che con grande fatica si sta cercando di portare avanti a livello culturale e giuridico.
Per questo mi rivolgo a tutti quelli che hanno usato su donne come Rossella ulteriore violenza anche dopo morta: mi rivolgo a quelli che hanno scritto o detto che “se non avesse frequentato un immigrato nordafricano” non sarebbe morta. Imputandole quasi un concorso di colpa. Mi rivolgo a tutti quelli che continuano a ripetere che sono più gli stranieri a uccidere le donne “perché é nella loro cultura” . Alcuni si spingono addirittura a dire che sono “gli africani” .
E allora per gli indefessi aizzatori di italiani conto lo straniero, noi cronisti siamo costretti a rimarcare la nazionalità degli assassini che quest’anno sono 71 italiani e 8 stranieri, di cui 4 originari dell’est Europa, 3 nord africani e un guineano. Tutti hanno voluto sottomettere , annientare in un modo o nell’altro la donna che si opponeva alla loro ossessione.
Rossella é stata uccisa a Roma il 4 settembre scorso da Adil Harrati, marocchino 48 enne, operaio edile con permesso di soggiorno scaduto. Non ha confessato ma gli elementi raccolti portano all’uomo con il quale lei aveva avuto una breve relazione. Marisa é stata ammazzata a Valderice dall’ex compagno, italiano, benestante, due giorni dopo. Le ha sparato con una carabina e poi si é tolto la vita. Rossella, Marisa e le altre sono vittime della stessa mano.