Oggi lunedì 4 settembre va in onda su Rai 3 alle 23.15 la nuova puntata de “Il Fattore Umano” con l’inchiesta “Serve di Stato (Filippine)” di Angelo Loy e Martino Mazzonis.
Per oltre 350 anni, sotto la dominazione spagnola, le Filippine sono state riserva di schiavi e di servi. Le conseguenze di questo sistema e il suo impatto sulla società filippina si sono ripercossi nel tempo fino ad inoltrarsi nel nostro secolo, tanto da creare, praticamente in tutto il mondo (ma soprattutto in Italia e nei paesi arabi), lo stereotipo filippino=domestico. Un esempio emblematico e forse unico di segregazione occupazionale e di assenza di mobilità sociale nei paesi di immigrazione. A quale costo per il popolo filippino? Siamo partiti dai contesti più marginali della società filippina, quelli delle baraccopoli di Manila, dove ragazze madri (18,000 solo durante la quarantena del 2020) sono costrette a rinunciare all’istruzione per lavorare come domestiche in condizioni di sfruttamento, se non addirittura a “vendere” i propri figli per l’impossibilità di non poterli mantenere. Lo Stato Filippino ha creato un apparato di scuole specializzate nella formazione di domestiche (TESDA, Technical Education and Skills Development Authority), di accesso gratuito, con corsi per la creazione della domestica perfetta. L’obiettivo è quello di formare domestiche destinate alle case dei ricchi in occidente o nei paesi arabi. Le Nazioni Unite calcolano che il numero di filippini e filippine che lavorano all’estero superi i 10 milioni, ovvero circa il 10% della popolazione. Questo rappresenta per lo Stato Filippino una fonte di rimesse enorme, che ad oggi rappresenta il 10% del PIL nazionale.
Intervista principale a Gina Apostol, scrittrice filippina, vive tra New York e l’Italia. Ha scritto diversi libri premiati negli Stati Uniti, insegna all’università e ha collaborato con il New York Times
“Il Fattore Umano”, il programma di inchieste giornalistiche sul tema dei diritti umani nel mondo giunto alla sua terza edizione. Anche quest’anno il racconto è affidato a film maker e inviati, che con i loro reportage documenteranno sul campo, in vari Paesi del mondo e spesso in condizioni di rischio, la violazione dei diritti fondamentali nei confronti dei ceti più deboli e delle minoranze, a volte ad opera di governi autocratici o dittatoriali. Otto puntate, ogni lunedì con un reportage che illumina una storia di violazione dei diritti umani. In ogni puntata il fil rouge del racconto è rappresentato dall’intervista ad un intellettuale, scrittore, artista, che parlerà della propria vita e della propria esperienza all’interno del contesto sociale, culturale e politico oggetto del reportage stesso. I protagonisti si racconteranno in prima persona, senza la presenza in video degli inviati, in modo da conferire al racconto la caratteristica di uno stile asciutto ed essenziale, che è la chiave narrativa del programma.
Il Fattore Umano è un format di Raffaella Pusceddu e di Luigi Montebello con la collaborazione di Elisabetta Camilleri e Antonella Palmieri. La regia é di Luigi Montebello, musiche originali di Filippo Manni e Massimo Perin, mentre il progetto grafico di Wiliam Di Paolo.
Nel fattore umano trovano spazio le voci dei dissidenti iraniani e degli oppositori al governo turco, le voci delle popolazioni indigene sradicate dall’Amazzonia dai cercatori d’oro; verrà raccontata la tragica vicenda dei migranti sia nel Mediterraneo che nel deserto tra Messico e Stati Uniti. Il Fattore Umano affronterà inoltre il tema della pena di morte da un punto di vista inedito e racconterà la guerra nel cuore dell’Europa e la conquista dell’Africa da parte dei gruppi paramilitari russi.