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“Se continua questa guerra tutti quanti andiam per terra”. L’appello della Fondazione Perugiassisi

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Alla vigilia della Giornata Internazionale della Pace del 21 settembre, la Fondazione Perugiassisi per la cultura della pace lancia un nuovo accorato appello all’impegno per fermare la guerra in Ucraina.

Il documento è stato elaborato in occasione del Seminario di riflessione e proposta alla scuola di Antonio Papisca “Fermare la guerra. Costruire la pace” che si è svolto a Pellegrino Parmense il 15 settembre 2023 in occasione della Festa della Pace.
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In ogni città, in ogni quartiere, in ogni scuola e università, in ogni luogo di lavoro nasca un gruppo, un incontro, un’iniziativa per la pace!

 

Ecco perché dobbiamo lavorare seriamente per la pace

 

Se continua questa guerra
tutti quanti andiam per terra

I punti chiave
Continuare a fare la guerra è la scelta peggiore
La guerra è inconcludente e autodistruttiva
La “grande assenza” della politica di pace non è più sostenibile
La guerra ci sta impoverendo
Le alternative esistono
La pace non è solo l’obiettivo. La pace è la via.
Abbiamo bisogno di cure, non di bombe
Per le persone, per il pianeta
Trasformiamo il futuro

La guerra è la cosa più stupida e irrazionale che possiamo continuare a fare perché è inconcludente, autodistruttiva e nessuno la può vincere. Continuare a fare la guerra sarà la scelta peggiore. Per gli ucraini, per noi e per il mondo.

La scelta peggiore produrrà gli esiti peggiori: il martirio e la devastazione epocale dell’Ucraina, l’allargamento della guerra e delle devastazioni al resto dell’Europa e quindi anche all’Italia, fino -e speriamo mai- all’apocalisse atomica. Per questo ci vuole un’uscita diplomatica dalla guerra.

La guerra è un disastro anche perché non riesce a risolvere nessuno dei problemi che i suoi sostenitori pretendono di risolvere: la conquista e la smilitarizzazione dell’Ucraina da parte della Russia, la vittoria dell’Ucraina sulla Russia e la riconquista dei territori occupati, il ripristino della legalità internazionale, l’esportazione della democrazia,… La guerra non è dunque solo “un crimine in grande” che doveva e poteva essere evitato ma anche “un tragico fallimento”.

Per questo, dopo tanti mesi di inutili stragi, nell’interesse superiore delle presenti e future generazioni, torniamo a chiedere a tutti i responsabili della politica nazionale, europea e internazionale di essere “realisti”, di raccogliere l’appello di Papa Francesco e di fare tutto il necessario per raggiungere l’immediato cessate-il-fuoco.

Non è vero che fermare la guerra voglia dire abbandonare gli ucraini. E’ vero il contrario! Fermare la guerra vuol dire fermare il massacro degli ucraini e la distruzione del loro paese. Fermare la guerra vuol dire fermare l’escalation militare, l’annientamento quotidiano di civili e soldati, le sofferenze di tutte le persone che devono cercare di sopravvivere nel campo di battaglia, la distruzione di immensi territori e di preziose risorse naturali, la corruzione, il traffico delle armi, il radicamento dell’inimicizia e dell’odio,… L’impegno per ottenere il cessate-il-fuoco deve procedere di pari passo con un altro serio lavoro: quello difficile ma indispensabile della costruzione delle condizioni per la pace.

“La pace è il lavoro più fondamentale che abbiamo. È tempo di compromessi per un domani migliore.” Antonio Guterres, Segretario Generale dell’Onu, 13 settembre 2023

La lunga “grande assenza” di una seria politica di pace e l’assurda pretesa di vincere la guerra con la guerra non è più sostenibile (se mai lo fosse stata).

Basta! La guerra ci sta impoverendo!

Questa guerra, nel cuore dell’Europa, ci costa tantissimo e ci sta mettendo in ginocchio. Ogni giorno crescono le persone che precipitano nella disperazione e sono abbandonate da chi aveva e ha il compito di proteggerle.

L’esplosione incontrollata del costo dell’energia, lo scoppio e la corsa dell’inflazione, la recessione economica, la speculazione su tutti i beni primari, l’aumento vertiginoso delle disuguaglianze, la crescente sottrazione e distruzione di enormi quantità di soldi pubblici, l’impoverimento di noi tutti e di centinaia di milioni di altre persone, la distruzione del sistema economico/produttivo europeo… nessuno di questi problemi sarà risolto, o anche solo alleviato, se non rimuoviamo la causa principale che è: la guerra.

La continuazione della guerra in Ucraina ci impedisce, inoltre, di affrontare tutte le altre grandi sfide “strutturali”, le crisi a cascata e i continui shock globali che stanno seminando sofferenze, ansie e disperazione in tante persone: il cambiamento e le catastrofi climatiche, il dramma delle migrazioni forzate, le guerre economiche e finanziarie, l’implosione autoritaria di molti paesi, lo scontro tra nazionalismi, la proliferazione delle armi e la moltiplicazione dei conflitti armati, la crisi mondiale delle Istituzioni democratiche, la rivoluzione digitale fuori controllo (…continua a leggere)


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