Alla vigilia della Giornata Internazionale della Pace del 21 settembre, la Fondazione Perugiassisi per la cultura della pace lancia un nuovo accorato appello all’impegno per fermare la guerra in Ucraina.
- Diffonderlo ai tuoi contatti
- Inviarlo alla stampa e chiedere di pubblicarlo
- Inviarlo ai responsabili della politica locale, nazionale ed europea
Se continua questa guerra
tutti quanti andiam per terra
I punti chiave
Continuare a fare la guerra è la scelta peggiore
La guerra è inconcludente e autodistruttiva
La “grande assenza” della politica di pace non è più sostenibile
La guerra ci sta impoverendo
Le alternative esistono
La pace non è solo l’obiettivo. La pace è la via.
Abbiamo bisogno di cure, non di bombe
Per le persone, per il pianeta
Trasformiamo il futuro
La guerra è la cosa più stupida e irrazionale che possiamo continuare a fare perché è inconcludente, autodistruttiva e nessuno la può vincere. Continuare a fare la guerra sarà la scelta peggiore. Per gli ucraini, per noi e per il mondo.
La scelta peggiore produrrà gli esiti peggiori: il martirio e la devastazione epocale dell’Ucraina, l’allargamento della guerra e delle devastazioni al resto dell’Europa e quindi anche all’Italia, fino -e speriamo mai- all’apocalisse atomica. Per questo ci vuole un’uscita diplomatica dalla guerra.
La guerra è un disastro anche perché non riesce a risolvere nessuno dei problemi che i suoi sostenitori pretendono di risolvere: la conquista e la smilitarizzazione dell’Ucraina da parte della Russia, la vittoria dell’Ucraina sulla Russia e la riconquista dei territori occupati, il ripristino della legalità internazionale, l’esportazione della democrazia,… La guerra non è dunque solo “un crimine in grande” che doveva e poteva essere evitato ma anche “un tragico fallimento”.
Per questo, dopo tanti mesi di inutili stragi, nell’interesse superiore delle presenti e future generazioni, torniamo a chiedere a tutti i responsabili della politica nazionale, europea e internazionale di essere “realisti”, di raccogliere l’appello di Papa Francesco e di fare tutto il necessario per raggiungere l’immediato cessate-il-fuoco.
Non è vero che fermare la guerra voglia dire abbandonare gli ucraini. E’ vero il contrario! Fermare la guerra vuol dire fermare il massacro degli ucraini e la distruzione del loro paese. Fermare la guerra vuol dire fermare l’escalation militare, l’annientamento quotidiano di civili e soldati, le sofferenze di tutte le persone che devono cercare di sopravvivere nel campo di battaglia, la distruzione di immensi territori e di preziose risorse naturali, la corruzione, il traffico delle armi, il radicamento dell’inimicizia e dell’odio,… L’impegno per ottenere il cessate-il-fuoco deve procedere di pari passo con un altro serio lavoro: quello difficile ma indispensabile della costruzione delle condizioni per la pace.
“La pace è il lavoro più fondamentale che abbiamo. È tempo di compromessi per un domani migliore.” Antonio Guterres, Segretario Generale dell’Onu, 13 settembre 2023
La lunga “grande assenza” di una seria politica di pace e l’assurda pretesa di vincere la guerra con la guerra non è più sostenibile (se mai lo fosse stata).
Questa guerra, nel cuore dell’Europa, ci costa tantissimo e ci sta mettendo in ginocchio. Ogni giorno crescono le persone che precipitano nella disperazione e sono abbandonate da chi aveva e ha il compito di proteggerle.
L’esplosione incontrollata del costo dell’energia, lo scoppio e la corsa dell’inflazione, la recessione economica, la speculazione su tutti i beni primari, l’aumento vertiginoso delle disuguaglianze, la crescente sottrazione e distruzione di enormi quantità di soldi pubblici, l’impoverimento di noi tutti e di centinaia di milioni di altre persone, la distruzione del sistema economico/produttivo europeo… nessuno di questi problemi sarà risolto, o anche solo alleviato, se non rimuoviamo la causa principale che è: la guerra.
La continuazione della guerra in Ucraina ci impedisce, inoltre, di affrontare tutte le altre grandi sfide “strutturali”, le crisi a cascata e i continui shock globali che stanno seminando sofferenze, ansie e disperazione in tante persone: il cambiamento e le catastrofi climatiche, il dramma delle migrazioni forzate, le guerre economiche e finanziarie, l’implosione autoritaria di molti paesi, lo scontro tra nazionalismi, la proliferazione delle armi e la moltiplicazione dei conflitti armati, la crisi mondiale delle Istituzioni democratiche, la rivoluzione digitale fuori controllo (…continua a leggere)