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Santi e dittatori nel crogiuolo di Sciascia, eccellenza della cultura mediterranea

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“La rimozione” di Leonardo Sciascia nella sapida trasposizione teatrale di Cinzia Maccagnano ha aperto il 28 Agosto al Castello Ursino di Catania la seconda edizione del festival Mediterrartè – Classico Contemporaneo, organizzato da Artelè.

Il 30 e il 31 sarà la volta di “Edipo a Colono” di Sofocle, con Giuseppe Pambieri.

Il festival, che proseguirà nel mese di Settembre tra Catania e Siracusa, offre un ricco e articolato programma di arti performative. In scena vedremo danza, teatro, musica, tese a esaltare la potenza della cultura mediterranea.

L’apertura del festival con un mostro sacro della letteratura e con la vivace e brillante drammatizzazione del suo gustoso racconto “La rimozione”, denota la forte intenzione degli organizzatori, attenti alla qualità e alle tessiture di classico e contemporaneo, orchestrate con piglio innovativo.

E’ il caso di questo spettacolo, già in scena allo Stabile nel cartellone dello scorso anno, che ha riscosso successo e approvazione grazie alla regia scattante e prolifera della Maccagnano, giocata sapientemente sui toni dell’assurdo e del grottesco, senza mai trascendere, in asse con le intenzioni dell’autore, irrorata da un bel cast di grande sinergia, infaticabile, calzante, che ha profuso raffinate gestualità, canto, mimica, lasciando intatta la parola dello scrittore, che viene portata in scena fedelmente, in terza persona.

La storia, come ebbe a dire Sciascia, trae spunto da un fatto vero: la rimozione della salma di Stalin dal mausoleo di Mosca nel 1961. Il bersaglio di questo ironico scritto è la cieca devozione, di fede o di partito, argutamente accostate in un esilarante mix di sacro e profano. Cataste di sedie e altari improvvisati segnano il ritmo di un gioco dove i trasformismi incessanti rendono opportunamente dinamica e umoristica la vicenda rappresentata.

Michele Tricò, dopo aver giocato a perdivinci, rincasando non trova la moglie a casa. In cerca della consorte finirà per trovarla in chiesa, dove i fedeli riuniti protestano per la rimozione della statua di Santa Filomena, voluta dal Papa in quanto la Chiesa ha scoperto che questa santa non è mai esistita. Il marito, un comunista sfegatato, tenta invano di convincere la moglie della giustezza del provvedimento, ma deve fare i conti con la sconvolgente notizia letta sull’Unità della rimozione della salma di Stalin dal mausoleo moscovita dove era collocata . Paradossalmente accostate, la santa e il capo di stato rotoleranno insieme sui legni del palco, falciando la cieca fede della fanatica coppia, in un irridente finale che chiude coerentemente la scoppiettante pièce.

LA RIMOZIONE
di Leonardo Sciascia

regia Cinzia Maccagnano
assistente alla regia Marta Cirello
con Rosanna Bonafede, Pietro Casano, Marta Cirello, Rita Fuoco Salonia
costumi Riccardo Cappello
luci Gaetano La Mela
musiche Lucrezio de Seta
produzione Teatro Stabile di Catania

Al Castello Ursino di Catania

Santi e dittatori nel crogiuolo di Sciascia, eccellenza della cultura mediterranea


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