Il bilancio provvisorio, alle 9 di mattina, è di oltre 800 persone morte e di almeno 329 ferite, di cui 51 in gravi condizioni. I danni maggiori sono nella città di Marrakech, una importantissima località del turismo marocchino e internazionale, ma soprattutto nelle cittadine montane, dove attualmente si registrano le maggiori difficoltà per portare soccorsi e aiuti.
La scossa è stata fortissima ed è stata avvertita in tutto il Paese, da Rabat a Casablanca, da Agadir ad Essaouira, ma anche oltre, dalla Spagna al Portogallo:
Le testimonianze dei sopravvissuti e le immagini diffuse dai media e sui social network raccontano e mostrano danni ingenti in diverse città. Nella famosa piazza Jemaa el-Fna, cuore pulsante di Marrakech e patrimonio mondiale dell’Unesco, un minareto è parzialmente crollato, causando due feriti. Proprio quella piazza è stata per tutta la notte il luogo dove si sono radunate centinaia di persone in preda al panico: alcune avevano delle coperte, altre hanno dormito sul selciato.
I soccorritori hanno lanciato degli appelli a donare sangue, specie nella zona di Marrakech.
Il Centro nazionale per la ricerca scientifica e tecnica (CNRST), che ha sede a Rabat, ha indicato che si tratta del terremoto più potente che abbia colpito il regno marocchino da quando vengono misurati i sismi. Ma il Marocco è stato colpito anche in passato da forti sismi, come il 24 febbraio 2004, quando un terremoto di magnitudo 6,3 gradi della scala Richter colpì la provincia di Al Hoceima (400 km a nord-est di Rabat), uccidendo 628 persone e provocando ingenti danni materiali. Oppure il 29 febbraio 1960, quando un terremoto distrusse Agadir, sulla costa occidentale del paese, e uccise più di 12.000 persone, ovvero un terzo della popolazione della città.