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Luxuria & Storace: un nuovo aiuto all’analfabetismo funzionale

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Vladimir Luxuria e Francesco Storace faranno una trasmissione insieme su radio Rai. S’intitola – con scarsa fantasia – “Il rosso e il nero”. È un’operazione che aiuta l’analfabetismo funzionale.

Immagino l’obiezione: non è cominciata, quindi il tuo è un pregiudizio. Risposta: è la filosofia di fondo che spinge all’analfabetismo funzionale, la sua realizzazione incide assai poco. Da quasi trent’anni.

Vladimir Luxuria è transwoman – cito dal suo profilo twitter – oltre che scrittrice, attivista per i diritti lgbtq+. Francesco Storace è un giornalista “molto indipendente di destra” (cito sempre l’account di twitter, o come si chiama adesso). Lei è stata parlamentare di Rifondazione Comunista; lui, dopo aver fatto per una vita il portavoce di Fini, è stato parlamentare e presidente della Regione Lazio.

Sono portatori di valori, pratiche, idee diverse, probabilmente perfino opposte, ma dicono di essere rispettosi l’un dell’altro/a. Dunque tutto bene, almeno sulla carta? No. L’idea che il giornalismo si nutra di opposti che si scontrano in un’arena pubblica è la svalorizzazione del giornalismo. Il giornalismo non è una semplice esposizione di prodotti – vuoi il rosso o preferisci il nero, appunto – ma è una ricerca di notizie verificate, utili alla cittadinanza, per capire i fatti e le sue conseguenze. Mettere sullo stesso piano le idee non è giornalismo. È una degenerazione consapevole della par condicio.

Facciamo un esempio. Il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Fedriga recentemente ha detto che “nei CPR ci sono tutte persone che hanno precedenti penali”. La notizia è falsa, anzi è tecnicamente una fake-news. Qualcuno dei giornalisti presenti nel crocicchio gliel’ha fatto notare? No. Se quella dichiarazione fosse stata pronunciata in un talk immagino che si sarebbe affidato il compito di smentirla ad un ospite che nello schema rappresentava la posizione opposta (il rosso e il nero, appunto). L’effetto è però deleterio: non è una gara e le due affermazioni – nei CPR sono tutti pregiudicati, nei CPR non sono tutti pregiudicati – non sono pari, una è vera l’altra è falsa.

Seconda obiezione: Vladimir Luxuria e Francesco Storace forse non faranno una trasmissione strettamente giornalistica, quindi non valgono le stesse regole… Beh, peggio mi sento. Francesco Storace ha la tessera da giornalista e poi la trasmissione si occuperà esplicitamente di fatti di attualità. Quindi: da una parte dovrebbe garantire le sane regole del giornalismo, dall’altra il rischio è che, con la scusa che non sarà una rubrica solo informativa, siano tollerati i commenti a ruota libera. E l’effetto inevitabile sarà ancora una volta l’analfabetismo istituzionale: le opinioni, il rosso e il nero pari sono.

Terza e ultima obiezione: forse tutti questi rischi potrebbero venir evitati dalla saggezza dei conduttori. Risposta. Purtroppo la storia degli ultimi 26 anni ci dice che il format e la qualità dei conduttori incide pochissimo sugli esiti nefasti. La legge sulla par condicio è del 1997. Allora lavoravo a Radio Popolare e fin dalla sua prima applicazione fu chiaro che era una pessima legge costruita per arginare il monopolio berlusconiano ma che non avrebbe mai funzionato. Era scritta male, era facilmente aggirabile, era “classista” (i grandi network se ne sono sostanzialmente fregati pagando le multe). Quella legge inserì nell’organismo informativo italiano una dose massiccia di veleno: fornire pareri diversi spacciandoli per pluralismo. Meccanismi perversi tipo “la Zanzara” di Radio 24 con il conduttore “buono” e il conduttore “cattivo”, trasmissioni con pseudoscienziati appaiati a seri ricercatori (Giù la maschera) sono solo la torsione facilmente prevedibile di quella idea, nata con ben altri e nobili intenti. Il programma condotto da una transwoman e un giornalista di destra è perfettamente in linea con questa tradizione.

Augurandomi (e augurandoci) di essere vittima di un pregiudizio…


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