Davanti alla sede del Museo Egizio di Torino c’è un capannello di gente varia. Tra loro: la Presidente di Fratelli d’Italia, l’onorevole Giorgia Meloni, e il direttore del Museo stesso, Christian Greco, da quattro anni alla guida dell’istituzione. Il Cda del Museo Egizio aveva deciso di rinnovare, per il secondo anno consecutivo e per la durata di tre mesi, l’offerta dell’ingresso gratuito a tutte le coppie della comunità arabofona. L’obiettivo era quello di avvicinarne i membri al patrimonio storico-culturale custodito all’interno del “Collegio dei nobili”, aperto al pubblico da quasi due secoli.
Giorgia Meloni, alla guida di una delegazione del suo partito, inscenò quel giorno una rumorosa protesta contro quella misura, a suo dire discriminatoria verso le coppie cristiane. È ancora possibile rivedere la scena qui: https://youtu.be/8o5cvrchPvo
Chiunque, ascoltando e guardando quel video, può rendersi conto della signorilità, della competenza e della paziente cortesia che il direttore Greco mise in mostra in quella occasione. La sua infervorata interlocutrice, in piena campagna elettorale per le elezioni politiche, era però decisa a portare fino in fondo la pretestuosa battaglia. Nell’immediato – il 4 Marzo 2018 – il risultato fu modesto per il suo partito, ma mostrò la strada da imboccare per il trionfo di quattro anni dopo.
Oggi parlano i numeri del Bilancio Integrato (qui: https://api.museoegizio.it/wp-
Forse è proprio per questa ragione – non soltanto per vendicare un confronto pubblico perso per KOT qualche anno fa – che nelle stanze del Potere qualcuno vorrebbe la testa del direttore che ha restituito all’Egizio di Torino il prestigio che merita e la vocazione universale di promozione culturale per cui nacque.