Trent’anni fa Elisa Claps aveva 16 anni quando scomparve nel nulla dopo essere entrata nella centralissima Chiesa della Trinità a Potenza, in una assolata mattina di domenica, alla vigilia della riapertura della scuola.
Elisa restò per sempre una sedicenne, con i suoi sogni, con le sue aspirazioni, con la sua Fede, con la sua voglia di vivere e il suo straordinario amore per la famiglia e per gli affetti più cari. Morì quel giorno, per mano di Danilo Restivo, che incontrò nella chiesa e che, dal primo istante, la famiglia di Elisa indicò come responsabile della sua scomparsa.
Ci vollero 17 anni per ritrovare i poveri resti di Elisa nel sottotetto di quella chiesa; 17 anni durante i quali la mano omicida di Restivo colpì di nuovo.
Oggi la chiesa ha riaperto le sue porte, solo poche settimane fa.
Sono tantissime le iniziative che, da giorni, la famiglia Claps, Libera, Articolo21, il Cestrim e tanti altri stanno portando avanti per non dimenticare e per onorare la memoria di Elisa.
Si fa attraverso il bellissimo podcast di Pablo Trincia Dove nessuno guarda; si farà attraverso la pubblicazione dei diari di Elisa, nel libro di Mariagrazia Zaccagnino Sono io Elisa Claps.
Perché il ricordo di Elisa vive per sempre e per sempre deve resistere la richiesta collettiva di conoscere TUTTA la verità sui 17 anni in cui, a Potenza, la polvere nascosta sotto al tappeto ha contribuito a intossicare la dignità; a coprire l’umanità.
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